A pochi giorni da SIOS23 Winter a Milano, il 21 dicembre a Palazzo Mezzanotte, in cui parleremo di Intelligenze, seconda puntata del nostro viaggio alla scoperta dei temi cardine dell’AI. Le regole suggerite da Bruxelles faranno scuola?
«Centinaia di sviluppatori ed esperti hanno lanciato un avvertimento che voglio citare: mitigare il rischio di un’estinzione provocata dall’intelligenza artificiale dovrebbe essere una priorità globale accanto ad altri rischi come pandemie e guerra nucleare». Nel suo discorso sullo stato dell’Unione pronunciato a settembre 2023 la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si è esposta in questi termini sul tema dell’AI. Segno che l’argomento è ritenuto come prioritario. E infatti nelle scorse ore l’UE ha festeggiato un primo accordo sull’AI Act, il primo testo al mondo che tenta di regolare un mercato tecnologico in crescita esponenziale. Il commissario Thierry Breton ha esultato con un video post su X, parlando di un traguardo storico: «L’AI Act – ha scritto – è molto più di un regolamento: è un trampolino di lancio per startup e ricercatori dell’UE per guidare la corsa globale all’intelligenza artificiale». Spesso percepita come inefficace quando si tratta di questioni legate alla politica estera o economica, Bruxelles si è invece dimostrata quantomeno tempestiva nel mostrare un vecchio continente concorde nell’affrontare urgentemente la materia. E non è la prima volta in cui l’UE fa scuola in ambito tech: proprio quest’anno il GDPR, il regolamento europeo sulla privacy, ha spento le sue prime cinque candeline. L’AI sarà uno dei temi al centro dell’agenda di SIOS23 Winter, in cui parleremo di Intelligenze, in programma a Milano il 21 dicembre a Palazzo Mezzanotte.
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L’Europa guida
L’AI Act è un testo su cui ora servirà l’approvazione del Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea. Sono diversi i paletti legali imposti dal documento e che avranno un impatto sulle operazioni sia delle Big Tech sia delle startup. Non è corta la lista delle attività di AI che si è convenuto di proibire: a cominciare dai sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (come orientamenti politico, religioso e sessuale); è vietata la raccolta non mirata di immagini facciali o filmati da internet per creare database di riconoscimento facciale, così come il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro e nelle scuole; nessuna azienda o realtà potrà lavorare su un “punteggio sociale” basato sul comportamento o sulle caratteristiche personali stabilito dall’intelligenza artificiale; non si potrà inoltre sfruttare l’AI per manipolare il comportamento umano e aggirare il libero arbitrio.
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Un altro tasto sensibile riguarda l’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale. Strumenti così potenti in mano alle istituzioni e alle aziende possono costituire un evidente rischio per la privacy e la tutela dei diritti individuali delle persone. Lo scenario cinese – di cui abbiamo avuto una dimostrazione durante la pandemia – è proprio quello che Bruxelles punta a scongiurare. Nessuno potrà infatti sfruttare l’AI per il riconoscimento facciale delle persone: il testo dell’AI Act ne delimita il ricorso soltanto a casi specifici quando, ad esempio, c’è il rischio di un attacco terroristico o in caso di sequestro di persona.
A SIOS23 Winter il 21 dicembre a Milano parleremo anche di etica e intelligenza artificiale, considerando gli obblighi da parte delle Big Tech. Il testo su cui a Bruxelles è stato trovato un punto di incontro tra i Paesi membri non richiederà l’adozione su base volontaria da parte delle aziende: il mancato rispetto delle norme potrà infatti portare a sanzioni da 35 milioni di euro in su o del valore del 7% del fatturato globale. Il deputato europeo Brando Benifei ha celebrato così il traguardo: «È stato lungo e intenso, ma ne è valsa la pena. Grazie alla resilienza del Parlamento europeo, la prima legislazione orizzontale al mondo sull’intelligenza artificiale manterrà la promessa europea: garantire che i diritti e le libertà siano al centro dello sviluppo di questa tecnologia innovativa».
E nel mondo?
Il 2023 sarà senz’altro ricordato come uno degli anni in cui si è più discusso di intelligenza artificiale. In questo articolo ne trovate alcuni protagonisti, da Sam Altman a Elon Musk. La politica e i governi stanno facendo la propria parte, inseguendo (come sempre accade in questi casi) l’innovazione e tentando di arginarne le possibili derive. Anche Oltreoceano la presidenza USA si è mossa in questo senso: Biden ha firmato pochi mesi fa un ordine esecutivo con diversi obiettivi (dalla tutela dei consumatori alla leadership americana nel settore).
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L’attivismo si è notato anche Oltremanica, dove il governo di Sua Maestà ha organizzato a novembre scorso un summit sull’intelligenza artificiale durante il quale hanno presenziato diversi imprenditori, come lo stesso Elon Musk. Al termine dell’incontro – presente anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – è stata approvata la Bletchley Declaration, sottoscritta pure da Cina e USA. Si tratta di una lettera di intenti, senz’altro meno efficace dell’AI Act europeo allo stato attuale delle cose. «Siamo particolarmente preoccupati da questi rischi in settori come la sicurezza informatica e le biotecnologie, nonché nei casi in cui i sistemi di AI di frontiera possano amplificare rischi come la disinformazione – si legge nel testo concordato -. Le capacità più significative di questi modelli di AI possono causare danni gravi, persino catastrofici, sia intenzionali sia non intenzionali».
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Per diversi esperti siamo sulla soglia di una rivoluzione industriale, che sarà trainata dall’intelligenza artificiale. A differenza di quanto accaduto nei primi anni dei social network, quando la politica e i legislatori hanno tardato a intervenire, in questo caso si registra una maggiore attenzione da parte delle istituzioni, sollecitata dalle stesse aziende. A SIOS23 il 21 dicembre ci sarà senz’altro spazio per discutere la questione e approfondirne gli argomenti con gli speaker.