Il Commissario UE Breton ha esultato: «Molto più di un regolamento: è un trampolino di lancio per startup e ricercatori dell’UE». Il testo dovrà essere approvato dal Parlamento
Non è stata ancora approvata, ma quella discussa nei giorni scorsi dall’Unione Europea è la prima legge al mondo che tenta di normare il settore dell’intelligenza artificiale. L’AI Act è stato discusso dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea e al termine di questo processo è stato trovato un accordo per stabilire i confini legali per quanto riguarda l’utilizzo di questa tecnologia nel vecchio continente. Il Commissario per il mercato interno Thierry Breton ha esultato con un video post su X, parlando di un traguardo storico. «L’AI Act è molto più di un regolamento: è un trampolino di lancio per startup e ricercatori dell’UE per guidare la corsa globale all’intelligenza artificiale».
Ma cosa prevede l’accordo sull’AI Act raggiunto nelle scorse ore? Uno dei temi più delicati riguarda la tecnologia di riconoscimento facciale. A differenza di quanto accade in altri Paesi del mondo, come in Cina, dove il controllo sulla popolazione viene effettuato a tappeto, nell’UE si è concordato sul fatto che questa soluzione estremamente invasiva nella privacy delle persone potrà essere utilizzata dalle forza dell’ordine soltanto in casi specifici: terrorismo, sequestri di persone, violenze sessuali, indagini legate a omicidi.
Nell’accordo sull’AI Act i rappresentanti dell’UE hanno vietato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle scuole e sui posti di lavoro per monitorare le emozioni (ad esempio, il grado di attenzione). Non potranno inoltre essere usate immagini caricate su internet per addestrare tecnologie di riconoscimento facciale e costruire database. Di fronte poi al successo di strumenti come ChatGPT, l’UE si è interrogata su come classificare i software più potenti in termini di capacità di calcolo. Si è così stabilito di classificare come AI ad alto impatto quelle più performanti. Se vogliono operare nel mercato UE, le aziende che offrono simili strumenti devono rispettare determinati criteri di trasparenza sui metodi di addestramento dell’AI, condividendo tutti i materiali prima del lancio sul mercato. L’AI Act è una proposta frutto di un processo legislativo avviato nel 2021 e che dal successo di ChatGPT in poi ha subìto un’accelerazione.