Più simile a Instagram, fino a qualche giorno fa non era neanche nella lista delle 200 app più scaricate negli USA
Nella top 10 delle app più scaricate negli Stati Uniti troviamo anche Lemon8, un social che scimmiotta Instagram e che si definisce una lifestyle community. Se ne sta parlando in questi giorni dal momento che ByteDance è la proprietaria della piattaforma, la stessa ByteDance che da anni sta giocando una partita a scacchi geopolitica con Washington per evitare il ban di TikTok dagli Stati Uniti. Di recente lo stesso Ceo di TikTok ha parlato in audizione al Congresso spiegando perché, dal suo punto di vista, gli USA non hanno nulla da temere rispetto alla sicurezza dei dati degli utenti americani. Da parte loro, i legislatori di entrambi gli schieramenti restano preoccupati dei rapporti tra il social cinese con il governo di Pechino. In questo scenario a cosa serve il successo di Lemon8 negli Stati Uniti?
Lanciata nel 2020, in pochissimi avevano sentito parlare di Lemon8 finora. Come ha spiegato TechCrunch, l’app è famosa soprattutto in Giappone, il paese con il maggior numero di utenti (38%). In tutti questi anni non è mai rientrata nella lista delle top 200 app più scaricate negli Stati Uniti. Fino, appunto, alle scorse ore quando gli americani hanno iniziato a installare Lemon8, spinti anche da una campagna di influencer marketing con tanti content creator che invitavano le persone a provarla. Siamo ovviamente ancora lontani dai numeri di TikTok, utilizzata da 150 milioni di americani.
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Stando al New York Times, sembrerebbe che il lancio effettivo al grande pubblico di Lemon8 sia in programma per maggio. Il fatto che comunque l’app sia schizzata tra le prime in classifica ha lasciato intendere che ByteDance volesse lanciare un messaggio. Di fronte a un’ipotetico ban totale di TikTok negli Stati Uniti – al momento l’app è proibita su moltissimi smartphone aziendali e governativi – la Big Tech cinese potrebbe banalmente cambiare casacca per continuare a operare negli USA? Difficile da dire, soprattutto perché la questione di fondo è legata soprattutto alla proprietà cinese.