L’ex presidente si era battuto, invano, per costringere ByteDance a vendere le attività negli USA a un soggetto americano
Gli Stati Uniti ci riprovano a mettere al bando TikTok. Secondo il Wall Street Journal l’amministrazione di Joe Biden avrebbe chiesto a ByteDance, la società cinese che controlla in parte TikTok con delle quote, di vendere in blocco queste ultime. Se così non fosse, stando alle indiscrezioni, Washington provvederà a mettere al bando l’app in tutti gli Stati Uniti, andando così a colpire i milioni di utenti che utilizzano il social. TikTok è così suddivisa: il 60% delle azioni è in mano a investitori globali, il 20% ai dipendenti e il restante 20% ai fondatori. La misura su cui al momento non c’è ancora una conferma arriva pochi giorni dopo un peggioramento dei rapporti tra le due sponde del Pacifico proprio in merito al social network più famoso.
Nelle scorse settimane l’Unione Europea e il Canada hanno imitato le scelte di diversi organi e istituzioni pubbliche statunitensi, proibendo ai funzionari pubblici l’utilizzo di TikTok sugli smartphone aziendali. Come all’epoca della presidenza Trump, in Occidente sono diversi i governi che nutrono timori rispetto all’utilizzo di dati sensibili che ByteDance colleziona. D’altra parte la questione privacy ha investito e riguarda da anni le Big Tech, a cominciare da quelle della Silicon Valley. Quello che renderebbe differente il caso TikTok è il legame tra ByteDance e la dittatura comunista di Pechino.
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TikTok si è già difesa in merito dichiarando che una vendita forzata non andrebbe a migliorare la situazione rispetto alla sicurezza dei dati. Tema per il quale la società avrebbe investito 1,5 miliardi di dollari per rassicurare Washington sulla tutela delle informazioni sensibili dei cittadini statunitensi. La vicenda sembra comunque destinata a proseguire, a diversi anni di distanza dai primi scontri. Quando alla Casa Bianca sedeva Donald Trump, il tycoon si era scagliato contro TikTok cercando in tutti i modi di costringere ByteDance a vendere le proprie attività negli USA a soggetti americani (a farsi avanti era stata Oracle). Ma il tutto è finito in un vicolo cieco.