Sospesi i giudizi e i possibili downgrade: BAA3, ultimo scalino prima dei titoli «junk» mentre per i canadesi siamo ancora BBB (high) ma peggiora l’outlook da stabile a negativo
In un periodo straordinariamente negativo come questo, anche la notizia che Moody’s ci lascia a un passo dalla spazzatura, mentre Dbrs si limita a tagliare l’outlook, tenendo però fermo il rating, è motivo per tirare un sospiro di sollievo. Del resto, l’appuntamento con la recensione delle due agenzie era l’ultimo ad alto rischio di una settimana davvero difficile per la nostra – già provata – economia. Ma vediamo cosa dicono di noi.
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Cosa dice Moody’s
Partiamo da Moody’s, che non ha modificato l’etichetta «BAA3» apposta sui nostri titoli di Stato. Contrariamente a Fitch, per cui da qualche giorno siamo BBB- con barometro tendente al brutto tempo, per Moody’s non siamo, almeno per il momento, da “downgradare”. Ed è un bene, perché per Moody’s eravamo già a un solo passo dalla spazzatura.
© Moody’s
Nell’ultimo report pubblicato, del resto, non più di qualche settimana fa l’agenzia di rating scriveva che «l’affidabilità creditizia del Paese per larga parte non dovrebbe subire ricadute». Soprattutto, Moody’s confidava tanto nel paracadute offerto dalla BCE quanto dalle misure emergenziali in cantiere in Europa. Insomma, più che affidabili noi resta affidabile l’Unione europea. E tanto ci basti.
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Cosa dicono i canadesi
Ma, si diceva, Moody’s non è stata la sola a recensirci. Per chiudere la stagione toccava attendere anche i canadesi di Dbrs che ieri hanno confermato la valutazione BBB(high), commutando solo l’outlook da positivo in negativo. Insomma, mala tempora currunt, il barometro volge al peggio, ma se ne parlerà più in là. Per entrambe, è troppo presto per tirare le somme, la situazione Coronavirus – Coronacrisis (così negli USA è stata soprannominata la montante crisi economica legata alla pandemia) è ancora incerta e si vuole attendere anche per vedere le contromosse di Bruxelles ma pure di Roma. Quelle romane, purtroppo, tardano ancora ad arrivare, con il decreto aprile ormai destinato ad arrivare a maggio inoltrato (forse questo week end potrebbe essere quello buono).
Come sono valutati i nostri titoli di Stato?
Al momento, restiamo dunque “BBB” con outlook negativo da parte di S&P, cioè a due gradini dal “junk”, BAA3 con outlook negativo per Moody’s, per la quale la spazzatura è solo a un passo come è a un passo per Fitch, che qualche giorno fa ci ha piazzato a BBB- con outlook stabile, mentre i più benevoli nei nostri riguardi si confermano i canadesi di Dbrs per i quali restiamo BBB(High) con rinnovato outlook negativo.
Perché avere BTp “spazzatura” può essere fatale
Cosa succederebbe se i nostri titoli di Stato iniziassero a essere valutati come carta straccia? Diverremmo terreno per gli speculatori, nel vero senso della parola. Investire in BTp nostrani sarebbe troppo rischioso e dunque vietato da statuto per banche e fondi privati che devono anzitutto tutelare i propri clienti evitando di mettere in cassaforte titoli ad alto potenziale cancerogeno. Senza parlare ovviamente del fuggi-fuggi degli investitori che si avrebbe nei giorni immediatamente precedenti e successivi, fuggi-fuggi che innescherebbe una spirale infernale da cui non è facile riemergere.
© Fitch – Twitter
Il declassamento del rating, per un Paese già sull’orlo della pattumiera, può insomma essere fatale. Se accadesse, dovremmo, in quel caso, ricorrere alla BCE, la Banca centrale europea che, in vista di quel momento (o quantomeno per non farsi trovare impreparata) ha già annunciato che accetterà, come garanzia a fronte della liquidità fornita alle banche, titoli che a seguito di un downgrade non avessero più il rating d’investimento, fino ad oggi prerequisito essenziale. La decisione al momento coprirà investimenti solo fino a settembre 2021 ma l’istituto guidato da Christine Lagarde ha annunciato che «può decidere, se necessario, ulteriori misure per continuare ad assicurare la trasmissione della politica monetaria in tutti i Paesi dell’Eurozona». Il prossimo appuntamento con le agenzie di rating sarà in estate. Per allora dovremo farci trovare preparati, con un governo solido dalle risposte concrete.