L’agenzia di rating anticipa a sorpresa il giudizio sul nostro Paese e setta il PIL a -8% e debito al 156% del prodotto interno lordo a causa del Coronavirus
Alla fine lo scampato pericolo di venerdì sera è durato poche ore. Perché se il 24 aprile S&P ci ha graziato, lasciandoci a due gradini dalla spazzatura e outlook negativo, Fitch invece ha deciso di anticipare a oggi la valutazione attesa per il 10 luglio, facendoci scendere bruscamente uno scalino. Ora siamo a un solo livello dalla cartastraccia, BBB- con però outlook stabile.
© Fitch – Twitter
Cosa dice Fitch
«Il downgrade riflette il significativo impatto del coronavirus sull’economia italiana e sulla posizione di bilancio», afferma l’agenzia statunitense in una nota prevedendo una contrazione del PIL dell’8% nel 2020, con un debito al 156%. L’outlook stabile riflette l’idea che gli acquisti della Banca centrale europea faciliteranno la risposta dell’Italia alla pandemia e allenteranno i rischi di rifinanziamento.
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“L’Italia ha dimostrato un’ampia coesione politica nelle prime settimane della pandemia – continua ancora l’agenzia di rating – e il sostegno per la coalizione di governo è aumentato. Comunque le tensioni politiche sono riemerse nelle ultime settimane. Riteniamo che le tensioni politiche si intensificheranno con il rilassamento graduale delle misure di lockdown e l’attenzione politica si sposterà sull’economia e la risposta comune europea alla crisi”.
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La replica del MEF
Immediata la replica – piccata – del Ministero dell’Economia, volta a tranquillizzare i mercati in vista delle 9 di domattina: “Le altre agenzie di rating hanno assunto un atteggiamento più prudente. La valutazione non tiene conto delle rilevanti decisioni assunte nell’Unione europea, dagli Stati che la compongono e dalle istituzioni che ne fanno parte. In particolare, non sembrano adeguatamente valorizzati l’orientamento strategico della Banca Centrale Europea e gli interventi che si stanno per realizzare con la condivisione delle responsabilità della gestione della reazione alla crisi e dei relativi oneri di finanziamento”.
© Fitch – Twitter
Quindi il dicastero guidato da Roberto Gualtieri assicura: “I fondamentali dell’economia e della finanza pubblica dell’Italia sono solidi. Il sistema produttivo è molto diversificato, con un consolidato surplus commerciale e una posizione finanziaria netta nei confronti dell’estero molto vicina all’equilibrio. Il costo medio del nostro debito continua a diminuire, compreso nell’anno in corso, e la quota crescente del debito detenuta dalla Banca Centrale assicurerà anche per l’anno prossimo che l’esborso netto per interessi resti in linea con quello di quest’anno. Le garanzie pubbliche che sono rilasciate in questi giorni assicurano la liquidità all’economia italiana, migliorando anche, per questa via, le prospettive future della finanza pubblica. L’Italia ha tuttora un livello di garanzie statali basso, se confrontato con quello degli altri maggiori Paesi europei”.
Il ministro all’Economia Roberto Gualtieri
Come sono valutati i nostri titoli di Stato?
Al momento, al netto di questo giudizio peggiorato, restiamo dunque “BBB” con outlook negativo da parte di S&P, cioè a due gradini dal “junk”, “Baa3” con outlook negativo per Moody’s, per la quale la spazzatura è solo a un passo come adesso è a un passo per Fitch, che ci piazza a BBB- con outlook stabile.
Perché avere BTp “spazzatura” può essere fatale
Cosa succederebbe se i nostri titoli di Stato iniziassero a essere valutati come carta straccia? Diverremmo terreno per gli speculatori, nel vero senso della parola. Investire in BTp nostrani sarebbe troppo rischioso e dunque vietato da statuto per banche e fondi privati che devono anzitutto tutelare i propri clienti evitando di mettere in cassaforte titoli ad alto potenziale cancerogeno. Senza parlare ovviamente del fuggi-fuggi degli investitori che si avrebbe nei giorni immediatamente precedenti e successivi, fuggi-fuggi che innescherebbe una spirale infernale da cui non è facile riemergere.
© Wopke Hoekstra, Twitter
Il declassamento del rating, per un Paese già sull’orlo della pattumiera, può insomma essere fatale. Se accadesse, dovremmo, in quel caso, ricorrere alla BCE, la Banca centrale europea che, in vista di quel momento (o quantomeno per non farsi trovare impreparata) ha già annunciato che accetterà, come garanzia a fronte della liquidità fornita alle banche, titoli che a seguito di un downgrade non avessero più il rating d’investimento, fino ad oggi prerequisito essenziale. La decisione al momento coprirà investimenti solo fino a settembre 2021 ma l’istituto guidato da Christine Lagarde ha annunciato che «può decidere, se necessario, ulteriori misure per continuare ad assicurare la trasmissione della politica monetaria in tutti i Paesi dell’Eurozona».