Vuole regolamentare il settore. Ma la politica ha i suoi tempi. Le Big Tech sapranno darsi limiti nel frattempo?
Continuano i viaggi di Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI. La società americana che ha sviluppato il software ChatGPT continua con le proprie attività di lobbying in giro per il mondo. Pubblicato alla fine del 2022, ChatGPT ha conquistato milioni di utenti, generando anche non poche preoccupazioni da parte della politica per quanto riguarda il legame tra AI e sicurezza. Sam Altman è stato nei giorni scorsi in India, in Giappone e in Israele, incontrando figure politiche di spicco con le quali ha parlato anche di regolamentazione.
Come si legge su Reuters, Sam Altman si è detto abbastanza ottimista rispetto alle capacità della politica e dei governi di regolamentare il settore dell’intelligenza artificiale. La tecnologia in questione preoccupa da anni figure come Elon Musk, convinto che l’umanità stia correndo un serio rischio con macchine così performanti. Da parte sua il Ceo di OpenAI sembra sulla stessa linea d’onda, al punto che da settimane gira il mondo, dagli USA, all’Europa, passando per l’Africa fino al Giappone per incontrare stakeholder e figure di riferimento.
OpenAI, grazie all’investimento da parte di Microsoft di 10 miliardi di dollari, è una delle società di punta del panorama AI. Cofondata insieme a Elon Musk (che poi ne ha vendute tutte le proprie quote), ha alimentato un dibattito assai interessante circa la tecnologia e il futuro del lavoro. Se da una parte è fondamentale che le Big Tech siano coinvolte ai tavoli politici, accettando norme e limiti, dall’altra è evidente che i tempi dell’AI viaggeranno molto più spediti rispetto a codici di condotta e leggi. Bisognerà dunque vigilare affinché questa non sia una mera operazione di immagine. Data la loro preoccupazione, le multinazionali sapranno darsi limiti, in attesa che la politica faccia il suo corso?