Grande la confusione sotto il cielo. Situazione eccellente per le Big Tech?
In Borsa il titolo di Meta, l’ex gruppo Facebook, ha perso il 22% in after hour (la cosiddetta Borsa serale). Tutto è dovuto a quanto reso noto dalla società tecnologica guidata da Mark Zuckerberg, il quale nelle scorse ore ha svelato alcuni dati economici. Sono i primi numeri mai visti in assoluto sulla divisione impegnata nel metaverso. La buzzword dell’anno, che ha infestato l’intero CES di Las Vegas a gennaio, ha ora una concretezza quantomeno economica. I profitti trimestrali di Meta sono scesi dell’8%, a 10,3 miliardi di dollari; soltanto nel 2021 l’investimento nel metaverso è stato di 10 miliardi. Come si legge sul New York Times, la situazione delicata per Menlo Park non basta certo a sancire il fallimento di questo progetto.
Leggi anche: Che scarpe indosseremo nel metaverso? Nike è già al lavoro
«Abbiamo avuto un trimestre solido: le persone si sono rivolte ai nostri prodotti per rimanere connesse e le aziende hanno continuato a utilizzare i nostri servizi per crescere – ha dichiarato il Ceo Zuckerberg – Mi incoraggiano i progressi che abbiamo fatto l’anno scorso in una serie di importanti aree di crescita […] e continueremo a investire in queste e altre priorità chiave nel 2022 mentre lavoriamo per costruire il metaverso».
Leggi anche: Hyundai, in futuro negozi mobili e viaggi in capsule robot
Della questione si sono occupati i giornali più importanti, che hanno messo in evidenza anche la situazione del Reality Labs, la divisione incaricata di innovare nel campo della realtà virtuale, degli smart glasses e dei futuri accessi al metaverso: la unit ha subìto una perdita da 3,3 miliardi di dollari. Come vi abbiamo più volte spiegato su StartupItalia, il metaverso è ancora in fase primordiale e, per quanto tutte le Big Tech ne stiano parlando, ancora non è chiaro come ci si entrerà, cosa si farà e a cosa servirà un ibrido tra mondo fisico e mondo digitale.
Leggi anche: Microsoft acquisirà Activision Blizzard per quasi 70 miliardi di dollari
La strategia di Meta è comunque sul lungo periodo. L’acquisizione di Oculus nel 2014 era servita non soltanto alla società per entrare nel campo del gaming (competendo con giganti come Sony e Microsoft); c’è tutto il settore dell’intrattenimento da esplorare. Senza contare le praterie che si potrebbero spalancare con la diffusione degli NFT per l’acquisto di beni digitali da sfoggiare in questo non luogo. Parafrasando Mao, per le Big Tech sembrerebbe grande la confusione sotto il cielo. Situazione eccellente?