“L’emergenza in corso non fa che confermare l’urgenza di rispondere alle istanze di cambiamento espresse dai cittadini europei”
“Ci troviamo di fronte a una sfida che non ha precedenti per ampiezza e profondità, e dobbiamo saper dare risposte all’altezza di quella lungimiranza che, ancor oggi, rappresenta il patrimonio più prezioso che i Padri fondatori ci hanno lasciato in eredità”. Così il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione della Festa dell’Europa. Una giornata particolare che cade in un momento storico particolare ma soprattutto all’indomani di un Eurogruppo in cui l‘Unione europea ha finalmente battuto un colpo pure sul fronte della solidarietà, con un “cattivissimo MES” svuotato da ogni condizione capestro richiesta dall’Olanda. Una vittoria tutta italiana che pure ha finito per spaccare, incomprensibilmente, il nostro esecutivo, dato che il Movimento 5 Stelle non vuol sentire parlare di quel prestito di oltre 30 miliardi per la nostra Sanità e pure le opposizioni lo respingono a Bruxelles, con Forza Italia che è il solo partito di minoranza a definire quello di ieri un “ottimo accordo”.
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Cosa ha detto Mattarella
“Il cammino dell’Unione europea è passato attraverso fasi di fiducia e periodi di difficoltà, ma non venendo mai meno alla sua fondamentale promessa di pace, stabilità e prosperità per i popoli europei”, ha argomentato il presidente della Repubblica.
“Non è in gioco soltanto la risposta alla crisi epidemica – ha ammonito Mattarella – ma si tratta di un banco di prova fondamentale per il futuro dei nostri popoli e per la stessa stabilità del continente. Il progetto europeo ha saputo dimostrare l’elasticità e la resilienza necessarie a propiziare fondamentali e positivi cambiamenti. È ora la volta, ineludibile, del rafforzamento della solidarietà politica dell’Unione. Solo più Europa permetterà di affrontare in modo più efficace la pandemia – sfida di dimensioni realmente globali – sul piano della ricerca e della assunzione di misure per la difesa della salute e sul piano della ripresa economica e sociale. Saremmo tutti più in difficoltà se non potessimo disporre di quella necessaria rete di condivisione che lega i nostri popoli attraverso le istituzioni comuni”.
© Quirinale
“Ora l’emergenza in corso non fa che confermare l’urgenza di rispondere alle istanze di cambiamento espresse dai cittadini europei, per sviluppare ancora di più il “fermento di una comunità più profonda”. Tessere le fila del nostro destino comune – ha concluso – è un dovere al quale non possiamo sottrarci”.