La task force di Vittorio Colao sta lavorando per suggerire le attività a cui dare disco verde
Mancano più di due settimane al 3 maggio, termine ultimo del lockdown stabilito dall’ultimo dpcm del Governo Conte. Eppure le Regioni e gli imprenditori spingono più che mai per un antipasto chiedendo la riapertura anticipata di alcune attività. E al lavoro è anche la task force guidata da Vittorio Colao, incaricata di fornire indicazioni sulla Fase 2 e a quali settori dare disco verde il prima possibile. Una data potrebbe essere il 27 aprile, dopo lo scoglio del 25 aprile per evitare possibili gite in massa verso mare e luoghi di vacanza. Nelle ultime settimane i Governatori sono andati in ordine sparso, mentre Palazzo Chigi non si mai sbilanciata su possibili deroghe all’ultimo decreto. L’Italia è ancora nel pieno della Fase 1, quella dell’isolamento, delle multe per chi esce di case senza una valida ragione, delle attività chiuse.
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Fase 2: i primi a riaprire
Si parla di cantieri, di automotive e di moda. Questi sarebbero i primi settori a battezzare i primi passi della Fase 2. Le voci però sono tante, forse troppe, e non è chiaro se il Governo asseconderà tutti i suggerimenti della task force sulla riapertura. «Il Governo – ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli – riceverà le proposte della task force di Colao e le esaminerà confrontandosi con regioni e comuni nella cabina di regia per poi decidere assumendosi, come sempre, tutte le responsabilità delle scelte».
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Il neo presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi è stato molto duro nei confronti della classe politica. Subito dopo la votazione di ieri, l’imprenditore cremasco ha parlato di politici inadeguati e di voragine del PIL a cui bisogna subito porre rimedio. Il nodo resta quello degli aiuti alle imprese e dell’estensione del lockdown che, stando agli ultimi dati di Bankitalia, costrebbe lo 0,5% del PIL ogni settimana.
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Giuseppe Conte
© Palazzo Chigi
Chi potrà uscire?
L’altro tema caldo della Fase 2 riguarda chi potrà uscire di casa? Per i più anziani potrebbero essere estese le limitazioni – pochi giorni fa la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, aveva addirittura suggerito che le fasce più deboli dovrebbero restare a casa fino a fine anno – mentre chi ha più di 18 anni potrà iniziare a ripopolare le città ma con accortezze di non poco conto. Saranno ancora vietati gli assembramenti, si potrà circolare in non più di 2 (o forse 3) persone e, naturalmente, resta per ora lontana l’ipotesi di incontrarsi nei bar o in locali pubblici a rischio affollamento.