Terzo appuntamento con gli alieni: il videogioco originale uscì nel 2005, il remake per PS4, XBox e PC lo scorso anno. Adesso tocca all’ibrida Nintendo
Ricordate il simpaticissimo film di Tim Burton “Mars Attacks!”? Ecco, Destroy All Humans! ne è la sua versione apocrifa videoludica. Anche perché l’originale uscì dopo pochi anni dalla pellicola, nel 2005. All’epoca, il videogame della compianta Pandemic Studios (software house brillante, acquistata da EA solo per essere chiusa subito dopo…) riuscì a fare breccia nel cuore dei videogiocatori e della critica, affermandosi tra le nuove IP di maggior pregio. Perciò bando alle ciance e sotto con la recensione di Destroy All Humans!
Il team di sviluppo di Black Forest Games, acquisito da THQ Nordic
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Ebbene sì, ancora una recensione di Destroy All Humans!
Dopo 15 anni, THQ Nordic nel 2020 ha voluto ripescare dal dimenticatoio i capoccioni azzurri intergalattici, affidando il remake del primo titolo della saga agli sviluppatori tedeschi di Black Forest Games, ex studio indipendente e startup innovativa di Offenburg che ormai vanta oltre 60 dipendenti. Grazie all’ottimo lavoro svolto in Destroy All Humans!, i ragazzi di Black Forest lo scorso anno sono riusciti a certificare il loro arrivo nel club delle grandi software house. Davvero un bel risultato per un gruppo che era partito con il platform “Giana Sisters”.
Amici o nemici? Be’, quell’espressione corrucciata non sembra lasciare dubbi…
Sterminare l’umanità non è mai stato tanto divertente
Ma torniamo al gioco. Chi non avesse giocato all’originale, uscito nel 2005 su PlayStation 2, X-Box e PC, e riproposto la scorsa estate su PS4, XBox One e computer, ora non avrà proprio più scuse perché Destroy All Humans! sarà disponibile anche su Nintendo Switch. Come si anticipava all’inizio di questa recensione, Destroy All Humans! è la versione videoludica di Mars Attack!: umorismo nero, scene surreali e un manipolo di alieni desiderosi di sterminarci. Partiamo dal folle plot, che poi è lo scarno pretesto per dare via al massacro della nostra razza. Gli alieni di Destroy All Humans! sono in realtà nostri progenitori: si incrociarono con i Sapiens migliaia di anni fa, in occasione della loro prima venuta sul nostro pianeta.
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Adesso, però, loro rischiano l’estinzione: invece di riprodursi, per generazioni questi capoccioni grigi hanno deciso di ricorrere alla clonazione senza accorgersi che, copia dopo copia, il processo ha iniziato ad alterare il loro DNA. Per questo hanno bisogno di recuperare dal nostro bagaglio genetico frammenti essenziali non ancora adulterati da secoli di ingegneria genetica e fotocopiatrici con problemi al toner. Ma il procedimento, per la nostra specie, è tutt’altro che indolore…
Ha così inizio l’avventura terrestre di di Crypto e del suo ufficiale in capo Orthopox, della popolazione aliena Furon. Che per il giocatore si traduce in una allegra scampagnata per gli Stati Uniti anni ’50, seminando morte e distruzione con armi tecnologicamente avanzate. Al tutto si aggiunge poi un profluvio di battutine sarcastiche, situazioni surreali e, naturalmente, tante, tantissime citazioni a film e telefilm di fantascienza.
Possedere la mente di un umano è il modo migliore per infilarsi in zone sorvegliate senza destare sospetti
Squadra che vince non si cambia?
Il gioco prosegue tra missioni stealth, altre in cui dovrete difendere la base e un generalizzato e continuo sterminio di massa. Dopo lo stupore iniziale e il senso di invincibilità dato dalla nostra supremazia tecnologica (cui fa il paio, però, la nostra scarsissima resistenza fisica) o il divertimento della prima sessione ai comandi di un UFO, inizia a emergere un gameplay che probabilmente tossicchiava già quindici anni fa, nel 2005, quando debuttò l’originale e che oggi potrebbe dare i colpi finali, senza riuscire più ad accontentare giocatori abituati a ben altre regole di gioco, più complesse e variegate.
Guidare l’UFO e distruggere qualunque cosa capiti a portata di raggio laser è davvero divertente
Di fatto, è tutto uno sterile sparare a qualunque cosa si muova e anche le missioni alternative, in cui occorre infiltrarsi, recuperare un oggetto o mantenere la posizione, non riescono ad aggiungere alla ricetta la dovuta varietà. Gli sviluppatori tedeschi avrebbero dovuto mettere mano insomma anche al gameplay, invece si sono limitati a ricostruire da zero l’impianto tecnico di Destroy All Humans!, peraltro svolgendo un ottimo lavoro, perché il titolo sembra attuale ma mantiene comunque il feeling dell’originale.
L’alieno che faceva volare le vacche
Una volta, qui, era tutta campagna
Le 22 missioni che si dipanano lungo sei mini-overworld presentano comunque ancora oggi diversi elementi in grado di strappare un sorriso (grazie all’umorismo che permea il gioco) e lasciarci con il pad in mano per qualche ora, ma dopo un po’ la monotonia delle situazioni e la loro estrema ripetitività tendono a minare le fondamenta del divertimento (insomma, polverizzati mille umani si potrebbe avvertire il desiderio di trovare soluzioni maggiormente diplomatiche per finirla lì…).
Destroy All Humans! presenta sei overworld piuttosto dettagliati e variegati
Tutto nuovo, invece, il sistema delle side-quest, che ricalca i classici achievement: potrebbe esservi richiesto di finire una missione senza far scattare alcun allarme o uccidendo tot nemici in un modo particolare… non aggiungono alcunché alla struttura ludica ma potrebbero rappresentare un’ulteriore sfida per i perfezionisti. Apprezziamo molto il lavoro svolto dai ragazzi di Black Forest Games nella distruttibilità degli scenari: praticamente, qualsiasi elemento presente lungo i livelli può essere ridotto ai minimi termini, facendoci godere come ricci alieni.
Le toilette per i “grigi” ancora ci mancavano
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Però capirete bene che l’uomo non si nutre di sola foga distruttrice (o sì?), e a conti fatti ci sarebbe piaciuto che Destroy All Humans! sapesse offrire anche altro. Invece si limita a riproporre il medesimo pacchetto di 16 anni fa (arricchito dalla portabilità messa sul piatto dal Nintendo Switch) per accontentare soprattutto i fan della serie, senza preoccuparsi di ingrossarne le file guardando altrove. Non che sia necessariamente un male, intendiamoci. Siamo comunque di fronte a un videogame ironico, colorato, scanzonato e di gran qualità, ma alla lunga pecca di varietà. Destroy All Humans! è la scelta ideale per chi ha amato l’originale o per chi è in cerca di un titolo che non richieda troppi sforzi celebrali. Del resto, siamo pur sempre umani, pensare non è il nostro forte, come sostengono i Furon.