Foodora ha risposto ai rider. Di notte, con una newsletter. E le sue proposte sono state ritenute inaccettabili e offensive. Così i lavoratori tornano a protestare.
TORINO – «Il tempo è scaduto. La pazienza ha un limite». I rider di Foodora avevano chiesto ai vertici dell’azienda tedesca un incontro, una risposta, un confronto entro la giornata di giovedì. Non è arrivata. Non in ptempo. Hanno aspettato fino a mezzanotte, telefonando e mandando messaggi. Insieme, in cerchio. Mentre a Torino imperversava pioggia e freddo e cominciava a girare voce che uno dei vertici fosse arrivato direttamente da Berlino per monitorare la situazione. Ma il loro telefono ha continuato a squillare a vuoto. Per lunghe ore. Poi, la risposta è arrivata. Alle 00.02. Tramite newsletter.
Il contenuto della newsletter
Foodora ha risposto proponendo dei cambiamenti per migliorare la condizione dei lavoratori. Risposte che non sono state ritenute sufficienti ma addirittura offensive dai ragazzi, come si legge nel nuovo comunicato emanato, in fretta e furia, nella notte: «Inutile dire che sono condizioni INACCETTABILI oltre che incredibilmente offensive e irrispettose nei confronti di noi tutti, visto e considerato che abbiamo esaustivamente spiegato che l’abolizione del Co.co.co. e del cottimo sono punti imprescindibili della nostra battaglia».
Il primo sciopero dei dipendenti di una startup. Cosa sappiamo del caso Foodora
L’azienda proponeva tre cose:
- Un compenso lordo maggiore. Da 3 euro a 4 euro a consegna.
- L’accelerazione della stipula di una convenzione per la manutenzione delle biciclette (50% di sconto da parte di 3 officine partner)
- La promessa di una riorganizzazione interna delle modalità di comunicazione per la gestione dei problemi con l’attivazione di un servizio di messaggistica dedicato.
Troppo poco per i rider che hanno deciso di rilanciare la loro battaglia: «Una risposta del genere non può che suonare alle nostre orecchie come un gravissimo tentativo di prendersi gioco delle nostre rivendicazioni. Riteniamo che se queste sono le loro condizioni non ci sono i presupposti minimi per intavolare una trattativa e di questo domani dovranno rendercene conto».
Nella stessa newsletter, in conclusione, Foodora ricorda i benefici che offre ai suoi dipendenti: il versamento dei contributi INAIL e INPS; i premi assicurativi in caso di ricovero ospedaliero; maternità, assicurazione e contributi per la pensione.
Se lo chiamate “lavoro” non avete capito cosa è Foodora (né la sharing economy)
Una nuova protesta
E mentre scriviamo c’è chi indossa la sua maglietta rosa, indossa il suo casco e inizia a pedalare verso la sede del Talent Garden Torino dove Foodora ha i suoi uffici: «Rilanciamo quindi lo stato di agitazione in modo ancora più determinato di prima, a partire dal presidio di venerdì mattina». Insomma, le prime trattative per trovare un accordo sono fallite e oggi si ricomincia con le proteste, i sit-in, le agitazioni.