StartupItalia ha intervistato Andrea Painini, Presidente dell’associazione che raggruppa Milano, Lodi e Monza Brianza
Un primo, timido, calo dei contagi seguito da un cautissimo ottimismo da parte della politica. Dopo più di un mese dallo scoppio dell’emergenza coronavirus, l’Italia inizia a vedere la luce in fondo al tunnel e, pochi giorni fa, un’intervista dell’ex premier, Matteo Renzi, ha rimesso al centro del dibattito il tema economico più scottante: quando riaprire le attività? Il governo in primis, sostenuto dagli esperti, giudica prematuro qualsiasi ipotesi visto che il premier Conte dovrebbe proprio in queste ore annunciare una proroga delle attuali disposizioni in scadenza il 3 aprile. Prima di tutto viene la salute pubblica contro il Covid 19, tutt’altro che debellato. «Credo che inizieremo a riaprire le prime attività nella prima decade di maggio – ha spiegato a StartupItalia Andrea Painini, Presidente di Confesercenti Milano, Lodi, Monza Brianza – ma nulla sarà più come prima».
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Come e chi far riaprire
Secondo una stima di Confesercenti il danno economico del lockdown è stato di 18 miliardi di euro. «Con questo non vogliamo dire che bisogna riaprire subito – ha precisato Painini – noi ci inchiniamo alla volontà del decisore, che a sua volta è condizionato da una equipe scientifica. Purtroppo siamo passati da una fase iniziale in cui volevamo combattere il virus a colpi di fatture alla chiusura per pandemia». Poche ore fa l’Istituto Superiore di Sanità ha precisato che non si potrà abbassare la guardia fino a quando non sarà trovato un vaccino contro il Covid 19.
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Andrea Painini, Presidente di Confesercenti Milano, Lodi, Monza Brianza
L’appello di Confesercenti si rivolge soprattutto banche, affinché facilitino l’acceso al credito e alla liquidità per le tantissime attività che soffrono a causa di una crisi senza precedenti. Ma quali potrebbero essere le ipotesi per riaprire con gradualità? «Per la logica degli assembramenti – ha spiegato Painini – si potrebbe iniziare dal comparto dei servizi alle imprese e da quei settori che prevedono lavoro d’ufficio. Con regole sugli ingressi ci potrebbe esser spazio anche per i negozi di abbigliamento. Solo alla fine ci sarà il via per ristoranti, bar e tutti quei locali dove è più forte il rischio di assembramento».
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Sul bisogno di riaprire in tempi non lunghi Andrea Painini è stato chiaro: «Bisogna riaprire per forza: o metti le persone nelle condizioni di poter ricevere sussidi o altre forme di sostegno, oppure si rischia di colpire la tenuta psicologica. Siamo tutti curiosi di capire come sarà la nuova socialità. Sarà un anno difficile, qualcosa è cambiato nella testa delle persone. È una crisi totale».