E nel ’21 niente rimbalzo a “V”, ma nemmeno a “U”: +7,7% nel primo caso, del 5,3% nel secondo. In entrambi gli scenari l’output italiano alla fine del 2021 sarà inferiore a quello ante pandemia
Di tutte le previsioni lette finora, quella dell’OCSE è sicuramente la più pessimistica. Le stime, lo ricordiamo, lasciano il tempo che trovano, perché si sta navigando a vista. Ma, a mano a mano che si esce dalla crisi sanitaria e che si prende coscienza dei danni lasciati dalla pandemia di Coronavirus sul tessuto economico sociale dei Paesi più colpiti, diventano anche un po’ più accurate. È bene dunque tenerle in considerazione, soprattutto per capire cosa andrà riformato, senza però farsi spaventare da numeri scritti sulla sabbia.
La lunga coronacrisis italiana secondo l’OCSE
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha approntato due scenari. Nel primo, che potremmo considerare “ottimistico” (difficile usare quel termine, con i numeri che stiamo per vedere) la caduta del PIL italiano sarà, per il 2020, dell’11,3%. Questo a patto che non ci siano ricadute nell’epidemia di Coronavirus. Viceversa, se il Covid-19 dovesse riaffacciarci al nostro uscio, il crollo ipotizzato è del 14%.
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Come si anticipava, l’analisi economica presentata alcuni minuti fa a Parigi è la più pessimistica tra le previsioni diffuse finora dalle istituzioni nazionali e internazionali. Lo scenario più positivo per l’OCSE arriva quasi a coincidere con quello più negativo fatto da Bankitalia. Entrambi comunque molto lontani dalle stime, ormai ritenute eccessivamente ottimistiche, del Governo, che parlano alla peggio di un -8%. E la ripresa, ci viene predetto, non sarà affatto a “V”, ma nemmeno a “U”. Per il 2021 le stime dell’OCSE puntano a un rimbalzo del PIL del 7,7% nel primo caso, del 5,3% nel secondo e quindi in entrambi gli scenari l’output italiano alla fine del 2021 sarà inferiore a quello precedente all’epidemia.
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OCSE: scoppierà il debito pubblico italiano
“La produzione industriale italiana può ripartire rapidamente dal momento in cui sono state tolte le misure di confinamento, ma il turismo e molti altri servizi si riprenderanno più lentamente, pesando sulla domanda”, si legge nel report dell’OCSE secondo cui le “misure governative” di sostegno al reddito dei lavoratori e alla liquidità delle imprese sono “necessarie per attenuare l’impatto della crisi”, ma implicano un aumento del già elevato debito pubblico, che è previsto al 158,2% nello scenario migliore (dal 134,8% del 2019) e al 169,9% in quello peggiore.
Niente rimbalzi nel ’21
Per il 2021 è attesa una discesa del debito/PIL al 152,2% e al 165,5% rispettivamente. Il deficit è stimato in aumento all’11,2% nello scenario più favorevole, al 12,8% nell’altro, con una discesa al 6,8% e al 9,7% nel 2021 nei due casi. Il rapporto prevede anche una caduta dell’export del 14,4% quest’anno, seguita da +12% il prossimo, se non ci sarà un altro scoppio dell’epidemia. In quest’ultima evenienza, la contrazione delle esportazioni è stimata al 17,8%, seguita nel 2021 da +7,7%. Per i consumi privati le attese sono di un calo del 13,3% con una seconda ondata di epidemia, del 10,5% se sarà evitata. Gli investimenti fissi lordi sono stimati in calo del 18,8% in questo caso, del 23,4% nello scenario peggiore. Sul mercato del lavoro andranno persi i miglioramenti degli ultimi anni, con un tasso di disoccupazione in aumento all’11,9% nel 2021 dal 9,9% del 2019.