Si giocherà tra poche ore la partita di ritorno tra Olanda e Italia. In palio le clausole che determineranno la forma della linea di credito. Ma l’Ue spunta le armi dell’Aia: non comporterà programmi di aggiustamento dei conti pubblici
In Italia la politica si accapiglia da mesi sulle tre lettere del MES, il Meccanismo europeo di Stabilità. Per alcuni partiti è una infamia, per altri un salvagente cui non possiamo rinunciare, per altri ancora l’anticamera dell’inferno, o almeno del commissariamento. La discussione politica si è talmente tanto allontanata dalla realtà da avere dimenticato una questione: il MES, il nuovo MES così come è stato disegnato con una sorta di “legge quadro” dall’ultimo, travagliatissimo, Eurogruppo e approvato da un Consiglio europeo tra i Ventisette leader mai così divisi, in realtà non esiste ancora.
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Sappiamo che sarà diverso dalla vecchia linea di credito che si trascina gli scheletri del dramma ellenico, perché è stato deciso che non ci saranno condizioni, ma questa è solo la cornice del quadro: il resto della tela resta ancora da fare. O da disfare, visto che le distanze tra Italia e Olanda restano significative.
MES, cosa si decide oggi?
Non sono pochi i parametri del MES che bisognerà definire all’Eurogruppo di oggi. Non è nemmeno certissima la portata della linea di credito: il 2% del PIL per noi equivale, più o meno, a una cifra tra i 35 e i 37 miliardi. Resta da capire, poi, tutto il corollario: per esempio, quanto durerà il prestito? Roma vorrebbe diluirlo nel tempo, l’Aia sarebbe per accorciare i termini. Ma, ancora più importante, quali tipologie di spese rientreranno nella dicitura di “sanitarie”? L’Olanda teme che i Paesi del Sud sfruttino l’escamotage delle spese “indirette” per fare pagare al fondo sostenuto da tutti i membri dell’Unione europea i soliti sprechi “all’italiana”. L’Italia, dal canto suo, ha paura che i soldi, oltre a essere pochi, siano pure troppo vincolati per potere essere usati con profitto.
Wopke Hoekstra e Roberto Gualtieri
Si gioca la finalissima tra Italia e Olanda
«L’Italia vigilerà sull’assenza di condizioni del MES». Lo ha assicurato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante l’ultima audizione alle commissioni riunite Finanze e Bilancio del Senato. Il suo omologo olandese, Wopke Hoekstra, al contrario intende vigilare su come verrà speso ogni singolo centesimo del Fondo salva Stati, sottoponendo chi chiede di attingere al pozzo a una scansione a raggi X della sua posizione debitoria. Che poi è ciò che fa qualsiasi istituto di credito prima di concedere un mutuo a noi comuni privati. Ma in tempi di pandemia ci si aspetterebbe dall’Unione europea maggiore solidarietà. Le due posizioni insomma paiono inconciliabili, per questo oggi si gioca la finalissima tra Italia e Olanda: chi vincerà deciderà se l’Unione europea terrà una linea rigorista o permissivista. E alla luce del fatto che il Recovery Fund sembra destinato a entrare il gioco solo nel 2021, non sarà poco. Nemmeno quei 35-37 miliardi sembrano poi così pochi.
Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni
La Commissione: niente troika sulle spese sanitarie
A favore dell’Italia ieri sera si è registrato il netto intervento della Commissione europea che con una lettera fuga ogni dubbio sulla possibilità di prevedere commissariamenti. Una mossa irrituale che oltre a mettere all’angolo l’Olanda le spunta pure le unghie. Nel documento, i commissari Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis hanno chiarito infatti che la richiesta dei fondi della nuova linea di credito del MES non comporterà programmi di aggiustamento dei conti pubblici.
Palazzo Chigi
Finita la partita Italia – Olanda inizierà quella M5S – PD
E se il premier olandese Mark Rutte non gioirà certo per l’intervento a gamba tesa della Commissione di Ursula von der Leyen, che di fatto oggi dovrebbe impedire al suo ministro delle Finanze qualsiasi contromossa, nella sua stessa posizione si troverà, per paradosso, anche parte del governo italiano. Quella parte afferente al Movimento 5 Stelle che si ostina a dire “no” al MES. La lettera dei commissari Gentiloni e Dombrovskis ha tolto infatti loro ogni alibi per continuare a rifiutare un accesso al credito a interessi agevolati. Dall’altra parte, invece, PD e Italia Viva fremono perché l’Italia accetti subito quei soldi, anche perché, effettivamente, nelle casse dello Stato ce ne sono sempre meno. Ma sul MES si è spaccata pure l’opposizione, con Lega e Fratelli d’Italia che lo intendono come un “cavallo di troika” e Forza Italia che ripete da giorni che sarebbe folle rifiutarlo. Insomma, chiusa la partita con l’Olanda si dovrà giocare ancora il derby italiano. La strada per il MES a zero condizioni è ancora tutta in salita e destinata a finire con i supplementari. Sperando che non finisca in un nulla di fatto come la Serie A di quest’anno.