L’intervista all’europarlamentare della lista Renaissance. «Sul Fondo Salva Stati senza condizioni non c’è più negoziato»
«L’unica questione di cui si discuterà al Consiglio Europeo del 23 aprile riguarda i recovery bond. Sul MES l’Eurogruppo ha già deciso e il Presidente del Consiglio Conte deve soltanto trovare il modo per dirlo al Movimento Cinque Stelle». Sandro Gozi, membro di Italia Viva ed europarlamentare eletto in Francia con la lista Renaissance che si ispira al movimento En Marche di Emmanuel Macron, ha risposto alle domande di StartupItalia sulla polemica scoppiata ormai da settimane attorno al Meccanismo Europeo di Stabilità. Tra pochi giorni i capi di Stato e di Governo si riuniranno in streaming per decidere sul futuro della solidarietà europea. «Il MES senza condizioni è già stato deciso, è un segreto di Pulcinella. Non ci sarà negoziato su questo. Diverso invece il discorso sui recovery bond e sul recovery fund per far ripartire l’Europa. Su questo il dibattito continuerà».
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MES: il quadro in Italia
Come stabilito qualche settimana fa dai ministri dell’economia e delle finanze durante l’Eurogruppo, il MES da attivare su base volontaria avrà condizioni minime di finanziamento e interessi bassi per quanto riguarda le spese dirette e indirette in ambito sanitario. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, continua a mostrare scetticismo sul Meccanismo Europeo di Stabilità, con riferimenti espliciti al caso greco del decennio scorso. La spaccatura all’interno del governo è sempre più lampante: da una parte Partito Democratico e Italia Viva che appoggiano il ricorso al MES senza condizioni, dall’altra il Movimento Cinque Stelle contrario al fondo Salva Stati. Il capo politico dei grillini, Vito Crimi, ha definito il MES «inadeguato» e ha suggerito un ruolo di maggiore impegno da parte della Banca Centrale Europea. Va però aggiunto che la BCE, nonostante la gaffe di Christine Lagarde («Non siamo qui per far abbassare lo spread»), sta già aiutando l’Europa con un piano aggiuntivo di acquisto di titoli di stato da 750 miliardi di euro.
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Il Presidente @GiuseppeConteIT ha già detto sì al mes, ma non sa come spiegaro al Movimento 5 Stelle. 🤷🏻♂️
Adesso, andiamo avanti e lavoriamo insieme per i #RecoveryBonds!@ItaliaViva @Renaissance_UE @RenewEurope
https://t.co/IsA3nUbdg6 #videosky
— Sandro Gozi (@sandrogozi) April 19, 2020
MES: governo diviso
Secondo l’europarlamentare Gozi «il Movimento Cinque Stelle è spaccato» di fronte al MES. «Pd e Italia Viva sono convinti nel dire sì a un MES che non comporta Troika e condizioni macroeconomiche specifiche. La mia previsione – ha spiegato – è che, dopo il Consiglio Europeo del 23, Conte presenterà ancora il negoziato come aperto. Ma all’Eurogruppo si è deciso già sul Meccanismo Europeo di Stabilità». Così il futuro per il governo si fa incerto, tanto che negli ultimi giorni si è letto anche di una Fase 2 per Palazzo Chigi, magari con un nuovo premier.
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Gli sbagli dell’Europa
A più di un mese dal lockdown e dallo scoppio della pandemia nel Vecchio Continente, in molti sottolineano le colpe dell’Europa per aver risposto tardi all’emergenza. «All’inizio l’Unione Europea – ha spiegato Gozi – ha fatto sì errori di sottovalutazione e comunicazione. Mi riferisco alla gaffe della Presidente della BCE Lagarde, per esempio. Poi però l’Europa si è mossa e ha fatto moltissimo. Purtroppo, mentre succedeva questo, il governo italiano e, soprattutto, il ministro degli Esteri Di Maio ha esaltato gli aiuti provenienti dalla Cina, come se l’Europa non stesse facendo niente». Proprio in queste ore l’ex parlamentare Alessandro Di Battista ha tirato fuori la carta di Pechino come possibile nuova sponda economica e non solo per l’Italia.
Recovery bond
L’altra battaglia delle ultime settimane è quella dei coronabond o eurobond, obbligazioni comuni per mutualizzare il debito. Il dibattito affonda le sue radici negli ultimi anni, quando questo strumento finanziario è stato più volte evocato per condividere il debito di tutti gli stati dell’Unione. La Germania e altri paesi come l’Olanda non hanno però mai aperto una discussione in merito. «Ho lavorato personalmente sul nome dei recovery bond – ha spiegato Gozi – abbiamo insistito sul fatto che non dovessimo chiedere di mutualizzare il debito esistente, ma di avviare un piano di investimento per il futuro. In Italia la questione è stata trattata con superficialità».
Sostegno alle startup: il modello francese
La Francia, dove Sandro Gozi è stato eletto per l’Europarlamento, è sempre stata presa a modello per il sostegno all’ecosistema della startup. Come è stata la risposta da parte del governo nel sostegno al mondo dell’impresa? «La Francia ha fatto di più e meglio per quanto riguarda startup e scale up. A differenza dell’Italia, dove il lockdown è stato più diffuso, in Francia il 56% delle attività sono rimaste aperte in questo periodo».