Mai così tanti morti in un giorno: 546. La Regione più colpita pensa alla stretta definitiva contro il contagio
Un mese dopo il primo caso di coronavirus è la giornata peggiore per la Lombardia. Mai così tanti morti in 24 ore: 546, secondo il tragico bollettino che ogni giorno l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, è costretto ad aggiornare. E mentre il governo ha fatto un ulteriore passo avanti verso la stretta delle attività all’aperto, la Giunta guidata da Attilio Fontana va più spedita verso l’idea della chiusura totale. Il modello di riferimento è quello di Codogno, il primo focolaio italiano, dove la situazione dei contagi è decisamente migliorata dopo un mese di sofferenze e fatiche.
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© Fonte: Profilo Twitter Attilio Fontana
Lombardia: non c’è più tempo
In queste settimane sono tantissimi i sindaci lombardi che hanno richiesto alla Regione di farsi portavoce dell’emergenza vissuta dalla locomotiva del Nord Italia. Contro l’emergenza coronavirus – che vede il nostro paese come quello con più decessi a livello mondiale – è necessaria la chiusura totale di tutte le attività, dicono i primi cittadini, fatti salvi supermercati e farmacie. A spingere Attilio Fontana verso la chiusura totale ci sono anche i troppi casi di cittadini irresponsabili che non si attengono ai presidi sanitari e continuano a uscire di casa oltre il necessario. Se applicata, la nuova stretta in Lombardia toccherà uffici pubblici non essenziali, tutti i negozi e il trasporto pubblico (gli orari saranno ridotti). Per quanto riguarda invece le aziende la decisione finale spetta a Roma.
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Pochi giorni fa StartupItalia ha documentato la costruzione dell’Ospedale da campo di Cremona, una delle città più colpite della Lombardia dall’emergenza coronavirus. In queste ore si sta ultimando anche l’Ospedale a Milano dentro Fieramilanocity, dove l’obiettivo è fornire letti per la terapia intensiva, ma anche mettere in piedi una struttura che possa accogliere malati da altre parti d’Italia. «Non abbiamo mai proposto previsioni qui tipo ‘saremo vicini al picco’ – ha dichiarato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro – Non siamo in grado, bisogna guardare i trend e elaborarli con dati solidi. Ma le attese oggi ci dicono che, con le estensioni che sono state adottate, si può valutare la prossima settimana quello che può avvenire».