Resta consentito svolgere individualmente attività motoria nei pressi della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona
Tanto tuonò che piovve. La stretta del Governo era nell’aria da parecchi giorni e alla fine, questa sera, si è concretizzata. Fino all’ultimo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prima di autorizzarla ha voluto attendere i bollettini medici sull’avanzamento della pandemia ma quelli di ieri e di oggi non lasciano affatto ben sperare e così si è dovuti correre ai ripari. Anche perché le norme varate finora sembrano disattese da una consistente fascia della popolazione. I presidenti di Regione e i sindaci delle aree più colpite chiedevano da tempo all’esecutivo nuove e più stringenti misure. Unica nota fuori dal coro la prima cittadina di Torino, Chiara Appendino che avrebbe preferito mantenere i parchi aperti (“Se il governo dice che l’attività fisica si può fare e va bene, chiuderli significa generare assembramento in altre zone della città”), questo nonostante il contagio stia galoppando anche nel capoluogo del Piemonte.
© Viminale
La stretta del Governo sulle uscite
Dal 21 al 25 marzo (ma la proroga oltre quella data è già certa) saranno in vigore queste nuove misure che vanno ad aggiungersi alle restrizioni dei precedenti dpcm:
Sport. È vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici. Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona.
Svago. Sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
Spostamenti in seconde case nei week end. Nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.
Una stretta del Governo attesa, ma ancora piuttosto flebile, se comparata alle richieste dei presidenti di Regione che da giorni fanno pressing sull’esecutivo. Luca Zaia, che presiede il Consiglio della Regione Veneto, avrebbe preferito un lock down totale. Ipotesi che resta comunque sul tavolo del premier Conte, pronta a scattare se dai bollettini diramati ogni 24 ore dalla Protezione civile non dovessero arrivare i segnali che il Coronavirus sta finalmente arretrando.
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