Nasce il «Next generation Eu», il Recovery Fund secondo Bruxelles. Frugal Four all’angolo pronti a dare battaglia?
#NextGenerationEU. O «Next generation Eu». A quanto pare è questo il nome scelto per quel piano Marshall europeo di cui si parla da diversi mesi e che da oggi dovrebbe finalmente prendere sostanza. Messo da parte la possibilità di intitolarlo ad Alcide De Gasperi, come era stato ventilato nelle passate settimane, il Recovery Fund disegnato dalla Commissione europea è stato presentato pochi istanti fa dalla presidente Ursula von der Leyen in una seduta plenaria dell’Europarlamento ancora desolatamente vuoto per rispettare le misure di distanziamento sociale.
Che cos’è il #NextGenerationEU
Sotto quel nome si nasconde in realtà il Recovery Fund franco-tedesco con in più una appendice per dare un contentino ai Frugal Four. Al fondo progettato da Angela Merkel e Emmanuel Macron da 500 miliardi di finanziamenti a fondo perduto, la Commissione europea ha aggiunto 250 miliardi come prestiti. Sabato scorso Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia avevano tratteggiato un fondo di emergenza “temporaneo, una tantum” e limitato a un biennio che non contemplasse sovvenzioni ma solo prestiti. La loro proposta è stata sì accolta, ma per aumentare di altri 250 miliardi il fondo per la ricostruzione, particolare che non piacerà certo ai Frugal Four.
A chi andranno i soldi del Next Generation Eu?
Non è il fondo da 1 triliardo – 1 triliardo e mezzo chiesto da Giuseppe Conte e dal premier spagnolo Pedro Sánchez, ma difficilmente si riuscirà a ottenere di più. Festeggia infatti il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni: “Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti”. A regime, il Recovery Fund dovrà reperire sul mercato di capitali fino a 750 miliardi di euro attraverso emissioni obbligazionarie a lungo termine.
Se il #NextGenerationEU di Bruxelles fosse approvato, l’Italia e Spagna sarebbero i due principali beneficiari, prendendo oltre il 40% delle risorse. A Roma, per esempio spetterebbero 82 miliardi in contributi a fondo perduto e 91 in prestiti per un totale di 172,7 miliardi (circa un quarto dell’ammontare complessivo), mentre a Madrid sarebbero destinati 77 miliardi di grants e 63 di crediti, per un totale di 140 miliardi.
“Questo è il momento dell’Europa. La nostra volontà di agire deve essere all’altezza delle sfide che tutti affrontiamo”, ha esortato la numero 1 della Commissione europea, von der Leyen. Poi, ha concluso il suo discorso all’Europarlamento dicendo che è necessario “fare un ulteriore passo coraggioso verso l’Europa della sostenibilità. Lo dobbiamo alle prossime generazioni. Viva l’Europa”.