Restano al momento confermati gli spettacoli in programma fino a lunedì 19 ottobre compreso
Nel giorno in cui Milano attende di sapere cosa ne sarà del proprio futuro, vale a dire quali decisioni prenderanno Comune e Regione circa possibili lockdown mirati o coprifuoco generalizzati, il Teatro alla Scala rinvia la conferenza stampa di presentazione del calendario da dicembre 2020 a marzo 2021, prevista per oggi.
© Teatro Alla Scala
«In considerazione dell’evoluzione dell’epidemia negli ultimi giorni in Italia e in Europa nonché della conseguente incertezza del quadro normativo, il Teatro alla Scala rinvia la conferenza stampa di presentazione del calendario da dicembre 2020 a marzo 2021, prevista per oggi». Lo fa sapere l’ufficio stampa del teatro. Restano al momento confermati gli spettacoli in programma fino a lunedì 19 ottobre compreso. Il Teatro alla Scala segue l’evolversi della situazione e darà comunicazione rispetto alle rappresentazioni successive non appena il quadro normativo sarà chiarito.
In considerazione dell’evoluzione dell’epidemia negli ultimi giorni in Italia e in Europa nonché della conseguente…
Pubblicato da Teatro alla Scala su Venerdì 16 ottobre 2020
Secondo i dati, nella città metropolitana si concentra ormai il 50% dei casi di tutta la Lombardia e il 50% di questi nel Comune di Milano. «Dal mio punto di vista per capire dove intervenire bisognerebbe sapere dove nascono i contagi», ha aggiunto Sala, lasciando intendere di voler colpire chirurgicamente le zone a rischio, senza provvedimenti ad ampio raggio che fiacchino ulteriormente l’economia meneghina.
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Il giorno delle decisioni difficili
Per questo, prima di agire, Comune e Regione tra poche ore si incontreranno per elaborare la strategia difensiva più idonea, che potrebbe essere un mini lock down per alcuni settori o persino un coprifuoco modello Parigi: «Ci troveremo a un tavolo e arriveremo a una sintesi. L’obiettivo è trovare domani un indirizzo comune». «La situazione – ha continuato il primo cittadino – preoccupa negli ospedali, è evidente che preoccupa la tendenza. Oggi 72 persone sono in terapia intensiva e alcuni mesi fa erano 1500. Ma la tendenza, la crescita è veloce e bisogna agire in fretta».