Momento complesso per la Big Tech. Il motore di ricerca più grande in Occidente teme Microsoft?
«Pasticciato» e «affrettato». Così diversi dipendenti di Google hanno definito il lancio di Bard la scorsa settimana. Stiamo parlando del software di intelligenza artificiale che la società di Mountain View ha annunciato con schede e promozione in pompa magna per reagire di fronte al successo globale di ChatGPT, la nuova cosa che sta dominando il dibattito tra le Big Tech. Come vi abbiamo raccontato in questo articolo, una scheda dimostrativa che avrebbe dovuto mostrare il talento del chatbot Bard nel dare risposte efficaci e competenti, in realtà ha svelato un errore su astronomia non da poco, evidenziato da diversi esperti su Twitter. Ne è scaturita un’ondata di sfottò e critiche. Costate peraltro care a Google, che in Borsa ha perso 100 miliardi di dollari in valore di mercato. In questi giorni diversi dipendenti stanno criticando i vertici della multinazionale, a cominciare dal Ceo Sundar Pichai.
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La CNBC ha potuto visionare alcuni messaggi interni di sfogo tra dipendenti che hanno definito l’annuncio di Bard decisamente non in linea con lo spirito di Google, una Big Tech che negli ultimi due decenni ha sbagliato poche volte (ricordiamo il flop dei Google Glass), dettando legge nel settore. Le cronache hanno riferito di un evento di presentazione di Bard che non è filato liscio.
L’errore grave sul James Webb Space Telescope – secondo il chatbot sarebbe stato l’autore del primo scatto di un esopianeta, cosa non vera – ha suggerito agli investitori che, a quanto pare, l’AI di Google avrebbe ancora molto su cui lavorare rispetto a ChatGPT. C’è chi invece ha ridimensionato: anche ChatGPT ha commesso errori gravi. Qua l’errore è di un umano che non ha visto la cantonata di Bard e l’ha inserita in una scheda pubblicitaria.
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Google resta ancora il gigante da battere per OpenAI e, soprattutto Microsoft. La casa di Redmond ha presentato una versione rinnovata di Bing, il proprio search engine che dovrebbe rivoluzionare il modo in cui si fa ricerca online. In Italia, per dare qualche cifra, oltre il 90% degli utenti si appoggia a Google, dunque è evidente che la strada per Microsoft sia in salita. Ciononostante, gli esperti sottolineano che ChatGPT potrebbe essere molto di più che una buzzword o una cometa.