Errore da matita blu sul James Webb Space Telescope. Gli astronomi “insorgono”
Una promozione pubblicitaria costata davvero cara a Google, che per uno scivolone su astronomia ha perso il 9% in Borsa. Se avete seguito il fenomeno ChatGPT – tranquilli, qui trovate tutti i nostri articoli – saprete che il successo globale del chatbot di OpenAI ha costretto diverse multinazionali a correre ai ripari, annunciando in fretta e furia le loro tecnologie. Il più grande motore di ricerca al mondo, per esempio, ha presentato nei giorni scorsi l’anti ChatGPT, Bard, con demo e varie schede con esempi per dire che l’AI di Mountain View non ha nulla in meno rispetto ai competitor. E invece Bard ha sbagliato clamorosamente sul James Webb Space Telescope.
Why didn't you fact check this example before sharing it? If you use Google to look stuff up you will see Bard has made errors. Try googling: "when was the first direct image of an exoplanet made?"
— Chris Harrison (@CMHarrisonAstro) February 7, 2023
In una delle richieste scritte fatte a Bard, diversi astronomi ed esperti hanno fatto notare su Twitter un errore non da poco. Gli si chiedeva di raccontare a un bambino di nove anni come funziona il James Webb Space Telescope, spedito in orbita nel 2021. «Il JWST ha scattato le prime foto in assoluto di un pianeta fuori dal nostro sistema solare. Questi mondi lontani sono chiamati “esopianeti”. Eso significa “dall’esterno”», spiega Bard. Sbagliato.
Not to be a ~well, actually~ jerk, and I'm sure Bard will be impressive, but for the record: JWST did not take "the very first image of a planet outside our solar system".
the first image was instead done by Chauvin et al. (2004) with the VLT/NACO using adaptive optics. https://t.co/bSBb5TOeUW pic.twitter.com/KnrZ1SSz7h
— Grant Tremblay (@astrogrant) February 7, 2023
La prima immagine mai scattata di un esopianeta risale al 2004 e il Very Large Telescope ne è l’autore. Al netto del tonfo in Borsa (son palanche!), la notizia non dovrebbe far vacillare la tecnologia di Google, multinazionale che vuole reagire di fronte all’hype creatasi attorno a OpenAI.
Diversi osservatori stanno prefigurando uno scenario da cambio d’epoca: tecnologie come ChatGPT potrebbero mandare in crisi (o in pensione) il motore di ricerca più potente nel mondo occidentale? Al momento è ancora presto per dirlo, ma Microsoft sembra aver intenzioni serie in OpenAI, al punto da volerci investire 10 miliardi di dollari. Nel frattempo gli utenti sono in attesa di capire come sarà Bing, il motore di ricerca di Microsoft, che secondo indiscrezioni dovrebbe aver installato GPT-4, un ChatGPT ancora più sorprendente.