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Nove dipendenti su dieci sperano in un uso maggiore dell’AI per ridurre le attività ripetitive. Ospite dello StartupItalia Open Summit di Cagliari Luba Manolova, Direttore della Divisione Modern Work and Security di Microsoft, focalizzata sulle soluzioni per le nuove esigenze nel mondo del lavoro
L’intelligenza artificiale è uno dei temi più dibattuti a livello globale. In Italia, l’ultima puntata della discussione è andata in onda venerdì 28 aprile, quando OpenAI, gestore di ChatGPT, ha annunciato il ripristino del suo utilizzo nel nostro Paese. Il 31 marzo, infatti, il Garante della privacy aveva deciso di aprire un’istruttoria nei confronti della società ideatrice del chatbot intelligente, limitandone in via temporanea i servizi e chiedendole di adeguarsi alla normativa europea sul trattamento dei dati personali. Molti, fra cui esperti, docenti e imprenditori, avevano criticato la scelta, presa in modo unilaterale e senza precedenti a cui fare riferimento.
A prescindere dalle posizioni personali, c’è una generale uniformità di vedute nel ritenere che le potenzialità offerte dall’AI siano molto vaste e possano incidere sul mondo aziendale, in modo positivo – aiutando i lavoratori e ottimizzandone i compiti quotidiani -, qualora questi servizi vengano usati nel verso giusto. Proprio per questo, Microsoft ha lanciato a marzo le soluzioni Copilot integrate in Microsoft 365, Viva e Dynamics 365, potenziate dall’AI di nuova generazione con protezioni in grado di fornire assistenza interattiva e basata sull’intelligenza artificiale nelle varie funzioni dell’impresa, migliorare l’esperienza dei clienti, dei dipendenti e l’efficienza dei reparti.
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Si tratta di uno dei più recenti strumenti varati da Microsoft basati sull’intelligenza artificiale, tecnologia sul cui sviluppo l’azienda sta investendo in modo importante per migliorare e rinnovare i propri servizi in vari campi, da Bing ed Edge, alla sicurezza informatica, fino, appunto, al mondo del lavoro. In particolare, Microsoft 365, Viva e Dynamics 365 Copilot forniscono ai dipendenti soluzioni per aiutarli a ad essere più produttivi, creativi, coinvolti in modo migliore nella vita aziendale ed ottimizzare le funzioni di vendita, assistenza, marketing, strategia e supply chain. Con l’obiettivo di far risparmiare tempo al professionista e permettergli di concentrarsi sulle attività di maggiore rilievo.
AI, cosa ne pensano i lavoratori: la ricerca di Microsoft
Mentre l’Unione Europea, oltre a Canada e Stati Uniti, sta cercando una sintesi fra l’utilizzo dell’AI e la tutela della privacy individuale – è recente l’istituzione di una task force del Comitato europeo per la protezione dei dati, al fine di individuare regole comunitarie uniformi sulla protezione delle informazioni personali in relazione all’intelligenza artificiale – molte imprese in diversi Paesi stanno consolidando l’impiego di queste tecnologie nelle proprie attività. A questo proposito, un recente studio di Microsoft condotto negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Giappone ha chiesto a 2.700 dipendenti e 1.800 cosiddetti decision maker – ossia le persone con potere decisionale all’interno dell’azienda – la loro opinione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle compagnie.
Tra i risultati più eloquenti c’è la soddisfazione espressa da quasi nove lavoratori su dieci (89%) che hanno accesso a servizi basati sull’AI in azienda, motivata dalla possibilità di delegare alla tecnologia i compiti più ripetitivi e quindi risparmiare tempo per le attività più complesse.
Non è però soltanto questo l’aspetto positivo riscontrato dalle persone intervistate. L’88% ritiene infatti che la possibilità di automatizzare alcune mansioni aiuti a confrontarsi in modo più fluido insieme agli altri team, mentre la metà di loro sostiene che le funzionalità dell’AI migliorino il modo di risolvere i problemi. Motivi per cui, conclude il report, nove lavoratori su dieci tra quelli intervistati con soluzioni di intelligenza artificiale a disposizione sperano di potere utilizzare queste tecnologie anche in altre attività.
Secondo la ricerca State of AI di McKinsey, il 63% delle imprese intervistate vuole aumentare gli investimenti in intelligenza artificiale nei prossimi tre anni
Se il report di Microsoft guarda alle opinioni dei lavoratori, l’ultima edizione della ricerca State of AI di McKinsey ha intervistato quasi 1.500 aziende di vari settori e diversa grandezza in tutto il mondo, nel periodo fra maggio e agosto 2022, evidenziando come il picco legato all’introduzione di servizi di intelligenza artificiale si sia registrato fra il 2017 e il 2019.
Negli ultimi anni, è cresciuto il numero di funzionalità AI impiegate nelle società, passato da 1,9 nel 2018 a 3,9 nel 2021, per stabilizzarsi a 3,8 lo scorso anno. Indice che l’utilizzo di queste tecnologie abbia terminato la sua fase di esuberanza iniziale e stia arrivando a una stabilizzazione a livello globale. Inoltre, segnala lo studio, il 63% delle imprese intervistate ha confermato di voler aumentare gli investimenti in intelligenza artificiale nei prossimi tre anni. A oggi, circa la metà delle aziende sentite stanzia il 5% del budget a questo scopo.
Il ruolo di Microsoft nello sviluppo dell’AI, i temi caldi a SIOS23 Sardinia
Il maggiore grado di maturità raggiunto dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’ambito aziendale in alcuni aree del mondo non rispecchia il contesto italiano che, come segnalato da Il Sole 24 Ore citando dati dell’Osservatorio Intelligenza artificiale del Politecnico di Milano, sta ancora attraversando quel momento di euforia iniziale dovuto a un ritardo nell’introduzione di soluzioni AI nel panorama nazionale. Lo testimonia la forte crescita registrata lo scorso anno dal mercato italiano dell’intelligenza artificiale, aumentato del 32% rispetto al 2021, per una quota di circa 500 milioni di euro.
In questa delicata fase precedente al consolidamento della nuova tecnologia nelle imprese e nella vita quotidiana delle persone, diventa centrale il ruolo di grandi attori, come Microsoft. Basti pensare all’investimento di dieci miliardi di dollari in OpenAI, gestore di ChatGPT, concluso alla fine di gennaio.
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La multinazionale guidata da Satya Nadella è in prima linea negli investimenti e nello sviluppo di applicazioni basate sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di favorire un uso positivo e costruttivo dell’AI nella sfera lavorativa e individuale garantito dalla sicurezza, conformità alle normative e privacy studiati per il mondo aziendale e basati su principi di AI responsabile. Tema, questo, al centro dell’intervento di Luba Manolova, Direttore della Divisione Modern Work and Security di Microsoft, allo StartupItalia Open Summit 2023 Sardinia Edition, in programma il 18 maggio a Cagliari – è possibile prenotare il biglietto qui.
A questo argomento si legano le iniziative di Microsoft relative all’integrazione dell’intelligenza artificiale con i propri strumenti, dal ramo aziendale a quello della sicurezza informatica, fino al suo motore di ricerca web. Inoltre, è stato di recente integrato l’uso degli strumenti di intelligenza artificiale in Azure, la piattaforma cloud di Microsoft: l’obiettivo è sfruttare l’AI in modo responsabile e offrire nuovi servizi, fra cui quello di completamento del testo.
Riguardo al mondo del lavoro, oltre al citato pacchetto Microsoft 365 Copilot, la società statunitense ha varato Security Copilot, che associa i vantaggi dell’intelligenza artificiale ai suoi servizi dedicati alla cybersecurity. «Per far progredire lo stato della sicurezza è necessaria una combinazione di persone e tecnologia: l’ingegno umano abbinato agli strumenti più avanzati, che aiutano ad applicare le competenze umane in modo rapido e su scala», ha dichiarato a proposito Charlie Bell, executive vice president di Microsoft Security.
“L’intelligenza artificiale cambierà radicalmente ogni categoria di software, a partire dal più grande: la ricerca”
Un capitolo a parte merita infine l’implementazione dei servizi di ChatGPT sul motore di ricerca Bing e il browser Edge. Satya Nadella, presidente e ceo di Microsoft, ha affermato che l’AI «cambierà radicalmente ogni categoria di software, a partire dalla più grande di tutti: la ricerca». Per farlo, l’azienda di Redmond si è voluta concentrare innanzitutto sul miglioramento dell’efficienza della ricerca stessa, fornendo risultati più pertinenti e completi.
Il motivo di questa scelta sta nei numeri: ogni giorno sono effettuate circa dieci miliardi di ricerche web, metà delle quali finiscono senza risposta. Accanto a questa, le altre soluzioni realizzate per affinare i risultati consistono in una chat interattiva e, nel caso di richieste specifiche – come la stesura di una mail o la prenotazione online di un viaggio – Bing è ora capace di generare contenuti personalizzati.
Finora, i risultati sembrano promettenti. Il 71% delle persone che ha sperimentato le nuove funzionalità di Bing ed Edge ha lasciato feedback positivi, oltre a offrire consigli per perfezionare gli strumenti. Sulla base di queste premesse, Microsoft ha annunciato a fine febbraio il rilascio dell’anteprima delle nuove applicazioni per smartphone del suo motore di ricerca e del suo browser. Un ulteriore significativo passo, considerato il 64% delle ricerche effettuate attraverso un dispositivo mobile, e uno spunto in più da approfondire il 18 maggio a Cagliari, sul palco di SIOS23 Sardinia.