L’impianto ACIAM intende diventare un modello per il Paese. L’a.d. Torelli: «Vogliamo realizzare un parco tematico sulle raccolte differenziate e un percorso educativo per le scuole»
Dopo la pausa estiva torna la nostra rubrica dedicata alle più promettenti realtà innovative italiane. Riprendiamo le fila nella piana del Fucino, siamo in Abruzzo, in provincia dell’Aquila. Qui, da oltre 30 anni, ACIAM lavora alla risoluzione delle problematiche ambientali del territorio. L’azienda consorziale di igiene ambientale, creata nel 1990 per volontà dei 25 Comuni della Marsica, si occupa di realizzare sistemi integrati di igiene ambientale, raccolta differenziata e comunicazione ambientale assieme alle amministrazioni comunali, alle comunità montane, alla Tekneko Sistemi Ecologici s.r.l. e alla Segen s.p.a. Un grande ecosistema quello che si è creato di cui si è parlato anche durante il nostro SIOS23 Summer. In questa occasione, Alberto Torelli, amministratore delegato di ACIAM, ha presentato l’impianto di compostaggio e digestione anaerobica con produzione di biometano come esempio di economia circolare e progetto green che potrà fare da volano per tutto il Paese. «Si tratta di un esempio virtuoso di gestione dei rifiuti, sostenibilità ed economia circolare», ci aveva detto Torelli. Lo abbiamo ricercato, per capire meglio come, al lato pratico, funziona l’impianto e che cosa lo rende davvero innovativo.
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Rifiuti e innovazione, binomio vincente
«Dieci anni fa siamo partiti con un impianto di compostaggio che trasforma gli scarti di alimentazione umana in compost di qualità come materia prima seconda – spiega Torelli – E può essere utilizzato anche nelle pratiche agricole in sostituzione ai fertilizzanti in natura chimica. Le sue caratteristiche naturali, infatti, permettono quel passaggio all’agricoltura biologica». Un metodo che riesce, dunque, a risolvere il problema legato al trattamento degli scarti del rifiuto umano in uno schema che persegue l’idea di trasformare i residui organici, correttamente trattati, da problema a risorsa per il territorio, come il compost biologico. «Il gestore anaerobico riporta la centralità dell’impianto sulla produzione di energia. Attraverso la gestione anaerobica del biogas, da cui deriva il biometano, si dà una risposta alle esigenze nazionali e regionali sull’approvvigionamento del gas. Dai rifiuti umidi, infatti, oggi si ricava biocompost per uso agricolo e a breve si ricaverà metano per uso domestico – continua l’a.d. – Nello specifico, un digestore anaerobico è un fermentatore che simula lo stomaco di un ruminante e trasforma la matrice organica in materia sviluppando un biogas che ha una componente di metano pari al 55%: il famoso biometano».
Ma non è finita qui, perché questi impianti per lavorare hanno bisogno di una grande quantità di energia. Ecco che ACIAM ha messo a punto un ulteriore innovativo sistema.
Contro il consumo energetico
«Per limitare e ridurre i consumi abbiamo messo in essere un sistema di diagnosi energetica 4.0 con un cogeneratore alimentato da fonti rinnovabili – spiega Torelli – Con questo motore che usa il nostro biogas ci stacchiamo dalle fonti fossili e dall’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica». Il risultato è un impianto altamente innovativo. «Si produce più biometano rispetto a quello che si consuma in un contesto territoriale attento all’agricoltura». A livello geografico, infatti, ACIAM si trova in un’area agricola vicino all’asse autostradale Roma-Pescara. «Operiamo in un punto strategico anche grazie alla collocazione facilmente raggiungibile – continua Torelli – Il nostro impianto, di fatto, non è mai stato sotto attacco né da parte dei comuni, che compartecipano alle nostre iniziative, né da parte dei cittadini che hanno, anzi, sviluppato un grande senso di responsabilità nella gestione collettiva dei rifiuti».
La società ACIAM lavora in sinergia con il settore pubblico e privato, raccogliendo nel suo azionariato sia enti pubblici che aziende private, e rappresenta un esempio di come questi due comparti possano collaborare efficacemente insieme anche in tema di sostenibilità ambientale territoriale.
I prossimi obiettivi
«Stiamo pensando di realizzare un parco tematico sulle raccolte differenziate e un percorso esplicativo per le scuole in cui gli studenti possano avere una rappresentazione concreta della gestione dei rifiuti organici – conclude Torelli – Come municipalizzata, non abbiamo la mission di realizzare impianti extra, ma laddove ce ne sia bisogno non lo escludiamo, così come non escludiamo eventuali collaborazioni con le startup». ACIAM, in accordo con le due comunità montane, e i comuni serviti, progetta e realizza campagne di comunicazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado già da diversi anni, spingendo sui concetti di tutela ambientale e raccolta differenziata, ma ha anche l’obiettivo di valutare se la CO2 prodotta dal biogas possa essere utilizzata per usi alimentari.
«Stiamo anche pensando a un eventuale utilizzo nelle serre in idrocoltura, in ambienti controllati in atmosfera pressurizzata, per la nascita di piantagioni e ortaggi. Questa è un’idea, per il momento, ancora in fase embrionale ma su cui vogliamo lavorare a fondo», conclude l’a.d.