«Con le attuali dinamiche di mercato il prezzo massimo di 50 centesimi è una cifra che non sta né in cielo né in terra»
Senza troppe sorprese sembra destinato a creare ulteriori spaccature tra il Governo e il tessuto produttivo del Paese il provvedimento con cui il commissario straordinario all’emergenza Covid-19 ha di fatto imposto ai produttori di mascherine chirurgiche il prezzo fisso a 50 centesimi. A bocciarla su tutta la linea, con parole inusuali, la numero 2 di Confcommercio: «Con le attuali dinamiche di mercato il prezzo massimo di 50 centesimi è una cifra che non sta né in cielo né in terra».
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Mascherine a prezzo fisso, la posizione dei commercianti
La vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini, contesta apertamente la cifra massima di cinquanta centesimi di euro a mascherina imposta dal Governo e sottolinea che molte aziende hanno in carico le mascherine a un prezzo maggiore. Perciò, Prampolini chiede di rivederle portandole almeno a 60 centesimi: «Altrimenti – dice – l’effetto immediato sarà che smetteremo di importarle. E avverte: «Intanto molte aziende hanno bloccato vendite e ordini». In quanto, spiega la numero 2 di Confcommercio, «Con le attuali dinamiche di mercato il prezzo massimo di 50 centesimi è una cifra che non sta né in cielo né in terra».
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Alla mascherine di Stato seguiranno rimborsi di Stato?
Intanto, l’esecutivo prova a fermare la levata di scudi del settore promettendo i primi rimborsi a tutti i commercianti che hanno acquistato le mascherine a prezzo superiore. Alle farmacie che hanno acquistato mascherine e dispositivi di protezione ad un prezzo superiore ai 50 centesimi verrà garantito un «ristoro e assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal governo». È quanto prevede un accordo firmato dal Commissario straordinario Domenico Arcuri con l’Ordine dei farmacisti, Federfarma e Assofarm.