Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: «Credo debba essere fornita dallo Stato e il prezzo debba essere non solo calmierato, ma direi un prezzo fisso»
Si va forse verso le mascherine di Stato, un po’ come per i monopoli, con un prezzo fisso che non potrà essere discusso né dall’aumento della domanda di mercato, né, in particolar modo, dai tanti furbetti che, ritoccandolo al rialzo, hanno biecamente e mostruosamente speculato in questa fase tanto delicata arricchendosi alle spalle di chi soffre e ha paura.
Mascherine di Stato?
L’uso della mascherina «sarà fondamentale, credo debba essere fornita dallo Stato e il prezzo debba essere non solo calmierato, ma direi un prezzo fisso». Lo ha affermato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, introducendo l’ipotesi di mascherine di Stato.
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri
«Ora abbiamo iniziato una produzione anche in Italia quindi il numero di mascherine è crescente. Ho girato molto nel Lazio e problemi di mascherine non ce ne sono. Ora con la fase 2 ovviamente – sottolinea – deve esserci un aumento della distribuzione».
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Arcuri rassicura sulla disponibilità delle mascherine
Intanto, sul fronte dell’emergenza medica, il commissario Domenico Arcuri intervenendo al Tg5 ha rassicurato circa la disponibilità dei dispositivi di protezione: “Le Regioni ci chiedono un fabbisogno di 3,5 milioni di mascherine al giorno. Nell’ultima settimana ne abbiamo distribuite una media di 5,1 milioni al giorno e dunque abbiamo finalmente una capacità di risposta che è superiore al fabbisogno delle Regioni”. Intanto, nell’attesa di mascherine di Stato a prezzi fissi, continuano in tutta Italia i sequestri da parte delle forze dell’ordine di materiale non conforme o venduto con rincari monstre.
Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, quattrocentomila mascherine importate illecitamente per essere vendute in tutta Italia sono state sequestrate dalla guardia di finanza di Torino. Nei guai quattro imprenditori cinesi: alla frontiera hanno dichiarato che il materiale era destinato a “servizi essenziali”, per usufruire dello “svincolo diretto”, ma era falso: progettavano di importare nello stesso modo 5 milioni di mascherine in una settimana. Sedi legali e operative erano inesistenti, tanto che le prime 100mila mascherine sono state trovate in un ristorante di sushi di Orbassano (Torino). Ora il prezioso carico finirà alla Protezione Civile grazie ai provvedimenti emessi dai pm Vincenzo Pacileo, Marco Gianoglio e Alessandro Aghemo della Procura di Torino, che hanno coordinato le indagini.