Il Consiglio europeo ha approvato il pacchetto dell’Eurogruppo da 540 miliardi di euro
Non c’è soltanto il recovery fund che potrebbe emettere i famosi recovery bond. Il Consiglio Europeo di ieri ha detto sì anche al pacchetto approvato nelle scorse settimane dall’Eurogruppo che aveva riunito i ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Unione Europea. I capi di Stato e di Governo non hanno solo trovato un accorso (preliminare) sul recovery fund proposto da Parigi, ma anche sul MES, su SURE e sui prestiti della BEI (Banca Europea per gli Investimenti). Sigle che, messe insieme, vogliono dire 540 miliardi di euro, somma che può sembrare alta, ma che dovrebbe essere soltanto una parte dei finanziamenti per la ricostruzione europea.
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MES: Meccanismo Europeo di Stabilità
Il protagonista (almeno in Italia) del dibattito sull’intervento dell’Unione Europea per fronteggiare la crisi è stato senz’altro il MES, il famigerato Meccanismo Europeo di Stabilità. Il Consiglio europeo ha dato il via a un ricorso al MES a condizioni minime per le spese sanitarie dirette e indirette: all’Italia questo potrebbe garantire 37 miliardi di euro, erogabili in poche settimane. L’altro nome di questo strumento è Fondo Salva Stati, dipinto dagli euroscettici in maniera propagandistica («Il cavallo di Troika», come l’ha descritto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia).
La paura delle opposizioni è che chiedere soldi al MES costringerebbe Roma a indebitarsi (ma questo, ca va sans dire, vale per qualsiasi richiesta di finanziamento). In più c’è il nodo delle condizioni sulla restituzione dei soldi: i critici sostengono che potrebbero cambiare nei prossimi anni a nostro svantaggio. «Il MES è come una banca – ci aveva spiegato Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea – Le condizioni verranno definite al momento del prestito e contrattualmente non possono cambiare».
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Lorenzo Bini Smaghi
SURE
Il primo aprile la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha presentato SURE, uno strumento contro la disoccupazione garantito da tutti gli Stati membri, per contribuire a salvaguardare l’occupazione in Paesi come Italia e Spagna, tra i più colpiti dal coronavirus. Dal Consiglio europeo di ieri, SURE esce con un finanziamento di circa 100 miliardi e l’Italia potrà ottenere fino a 20 miliardi per finanziare la cassa integrazione delle imprese in difficoltà a seguito del lockdown imposto per contenere il contagio. La Fase 2 sarà difficile per il mondo del lavoro e per il mondo delle imprese: stando alle ultime stime di Bankitalia, ogni settimana di chiusura forzata delle attività costa lo 0,5% del PIL.
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BEI
Tra le istituzioni europeo meno note, la BEI – Banca Europea per gli Investimenti – è rientrata nel pacchetto dell’Eurogruppo poi approvato dal Consiglio Europeo. Sul piatto ci sono 200 miliardi di euro complessivi e l’Italia potrebbe ottenere fino a 25 miliardi di euro. A chi sono rivolti questi finanziamenti? Il focus sarà su imprese in difficoltà ed enti locali. Ma i negoziati sono appena iniziati: tutto questo pacchetto – 540 miliardi – deve entrare in vigore dal primo giugno e l’accordo finale tra gli Stati attende ancora diverse tappe, la prima il 6 maggio, quando la Commissione Europea si riunirà per calibrare la potenza di fuoco di un impegno economico senza precedenti.