Consulente in EY, è attiva da anni sui temi dei diritti civili e umani. Nel 2022 è stata inserita nella nostra lista di innovatori e innovatrici che hanno fatto la differenza
La seconda serata del Festival di Sanremo sarà ricordata anche per il toccante monologo pronunciato da Pegah Moshir Pour, attivista iraniana che lettori e lettrici di StartupItalia conoscono perché citata tra i profili di innovatori e innovatrici che hanno fatto la differenza nel 2022. A giudicare dalla risonanza del discorso all’Ariston, siamo sicuri che il suo messaggio continuerà a ispirare giovani e non. Nata nel 2001 a Teheran, la capitale dell’Iran, Pegah Moshir Pour vive oggi vive in Italia.
Per la libertà, per la libertà, per la libertà.#Sanremo2023 pic.twitter.com/IPaAJAfbT3
— Festival di Sanremo (@SanremoRai) February 8, 2023
Sul suo profilo LinkedIn si presenta in poche righe dicendo di essere “nata tra i racconti del Libro dei Re” e “cresciuta tra i versi de La Divina Commedia“. Di professione, da diversi anni, è consulente in Ernst & Young (supply chain & operations)”; è anche impegnata come attivista dei diritti umani e digitali, partecipando a eventi e appuntamenti culturali in tutta Italia. La morte della 22enne Mahsa Jina Amini, in Iran, prima arrestata e poi uccisa dalla polizia religiosa nel settembre 2022 perché non indossava correttamente il velo ha sconvolto l’opinione pubblica mondiale, dando vita a un movimento per i diritti umani e civili partito dal basso, animato grazie soprattutto ai giovani.
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I social network, come spesso accade in questi casi, sono diventati il megafono di attivisti e attiviste, cittadini e cittadine del mondo che da mesi tengono alta l’attenzione su quanto sta accadendo in Iran. Sul proprio profilo Instagram, Pegah Moshir Pour pubblica video e story in cui affronta diverse questioni. Lo scorso autunno è stata in Parlamento, postando questo pensiero: «I social mi ricordano che nel 2017 entrai per la prima volta al Palazzo Montecitorio in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne».
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Il discorso di Pegah Moshir Pour a Sanremo su Iran e donne
«Buonasera a tutte e a tutti, mi chiamo Pegah Moshir Pour. Italiana di origine iraniana, nata tra i racconti del Libro dei Re, cresciuta tra i versi de La Divina Commedia. Consulente e attivista dei diritti umani e digitali. In Iran non sarei potuta essere così vestita e truccata e non avrei potuto parlare di diritti umani da un palcoscenico. Perché sarei stata arresta o forse addirittura uccisa. E per questo, come molte ragazze e ragazzi del mio paese, ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione cresciuta sotto un regime di terrore e di repressione, in uno dei paesi più belli al mondo, uno scrigno dei patrimoni dell’umanità.
«La parola Paradiso deriva dall’antico termine persiano Pardis: giardino protetto. Allora io vi chiedo: esiste un paradiso forzato? Ahimè, sì. Come altro si può chiamare un luogo dove il regime uccide persino i bambini? Dal 16 settembre 2022, da quando Mahsa Jina Amini, una ragazza colpevole solo di essere sospettata di non indossare in modo corretto il velo, è stata uccisa dalla polizia morale, il popolo iraniano sta sacrificando con il sangue il diritto a difendere il proprio paradiso. Io vi ringrazio a nome di tutti i ragazzi iraniani perché ricordate al mondo che la musica è un diritto umano. E per spiegare meglio il dramma che i miei coetanei stanno vivendo nel nostro paese, vorrei usare la melodia e le parole di una canzone che è diventata l’inno della rivoluzione. L’ha composta Shervin Ajipour, musicando i tweet che i ragazzi hanno scritto sulle libertà negate. Shervin per questo è stato arrestato e il suo account silenziato. La canzone si chiama Baraye che in italiano vuol dire: Per».
A questo del monologo Pegah Moshir Pour è stata raggiunta sul palco da Drusilla Foer. Qui sotto trovate il video completo.