Lavora in un ambito nel quale sono stati investiti ben 450 milioni di euro solamente nello scorso anno. «Ma in Italia il mercato è da creare». Per la nostra rubrica Unstoppable Women intervista a Eleonora Del Vento, CEO di viteSicure
«Quando ho iniziato a lavorare nel settore dell’insurtech era il 1994 e vivevo a Londra. Ricordo ancora la prima riunione alla quale partecipai in Italia: ero l’unica donna e l’unica giovane. Ora stiamo iniziando a scrivere una storia diversa». Con queste parole, Eleonora Del Vento, fondatrice e Chief Executive Officer di viteSicure, inizia la sua storia. Fu proprio quella riunione, in cui era l’unica a rappresentare il genere femminile, che le cambiò la vita cercando nuove opportunità in Italia. «Nel 1994 mi trovavo alla Royal Insurance di Londra. Da allora ho iniziato a lavorare in questo settore assieme al team che l’anno successivo avrebbe lanciato in Italia la prima compagnia assicurativa dedicata alla distribuzione diretta di polizze auto, prima sul solo canale telefonico e successivamente online». Con più di 25 anni di esperienza, anche a livello internazionale, Eleonora Del Vento è stata inserita nella Top 30 della Female Founder Challenge 2023 organizzata da VivaTech e 50inTech per sostenere l’imprenditoria e l’innovazione femminile. Sono soltanto due le donne italiane selezionate nella Challenge: lei e Valentina Cerolini, CEO and co-founder di Deesup.com, realtà che si occupa di fashion e second-hand. Un riconoscimento importante per quella giovane imprenditrice che quasi 30 anni fa era l’unica donna a rappresentare l’insurtech alle riunioni in Italia. Ci siamo fatti raccontare da lei come è iniziata la sua scalata in un settore a così forte prevalenza maschile e come è riuscita ad abbattere pregiudizi e stereotipi che ancora oggi aleggiano nell’aria.
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Eleonora, quando hai iniziato ad appassionarti all’insurtech?
Sono sempre stata attratta dal mondo assicurativo. Mentre in UK c’erano donne in posizioni apicali, nel ’94, quando io ho iniziato a lavorare, in Italia ero l’unica a ricoprire questo tipo di ruolo. A Londra mi sono occupata prima di prodotto, poi di back office, business intelligence, strategia, arrivando a ricoprire il ruolo di Chief Operating Officer con progetti su diversi mercati fra cui quello tedesco, canadese, spagnolo. La successiva cessione della società a Royal Bank of Scotland è diventata un’occasione per il lancio in Italia di Direct Line, dove ero Business Transformation Director: mi occupavo dell’integrazione e dell’efficienza del business.
Quando hai scelto di fare l’imprenditrice?
Era il 2004 quando ho deciso di creare una mia società di brokeraggio che funge da service assicurativo per le reti di mediazione del credito (Milliora Assicura). Nel 2012 ho fondato una seconda società di brokeraggio, la Bridge Insurance Services, che opera sempre offrendo servizi assicurativi alle reti di mediazione del credito su una scala maggiore e con una maggiore concentrazione sulle polizze protezione. In questo periodo ho percepito il bisogno di protezione delle famiglie italiane: una consapevolezza che ha dato vita al progetto viteSicure di cui sono CEO e cofounder assieme ad Alessandro Turra.
Che cosa fa viteSicure?
ViteSicure nasce nel 2019 per dare risposte alle esigenze di ascolto dei clienti in campo assicurativo. Oggi una famiglia di italiani su due non risparmia e i millennials soffrono di ansia per il futuro ma solo il 6% hanno una polizza sulla vita. L’insurtech è un settore nel quale sono stati investiti 200 milioni di euro nel primo semestre 2022, ma in Italia il mercato è da creare. Spesso le polizze proposte sono vecchie, ma dobbiamo sempre chiederci di che cosa hanno bisogno oggi le famiglie italiane. ViteSicure si occupa di polizze sulla vita, sulla malattia, sulla perdita del reddito. Il tutto si può fare online in soli 3 minuti.
Quale è il vostro target principale e quali i prossimi obiettivi?
Ci siamo concentrati sui millennials, che stanno rispondendo bene alle nostre proposte, con l’obiettivo di generare un forte impatto sociale e inclusivo. Le nostre polizze sono anche accessibili a chi ha patologie pregresse e stiamo notando un aumento di sottoscrizioni da parte di famiglie monogenitoriali. Generalmente sono gli uomini a sottoscrivere le assicurazioni, ma principalmente per una questione reddituale perché spesso il processo di ingaggio parte dalle donne. Nel futuro vogliamo scalare sull’AI, completare l’offerta di prodotto e allargarci all’Europa. Vorremmo anche portare le nostre polizze in paesi sotto assicurati.
Come sei riuscita a superare gli stereotipi di genere?
La chiave è andare avanti per la propria strada, lavorando sulle proprie competenze e sulla propria autostima. Le donne, quando vogliono riuscire in qualcosa, ci riescono: purtroppo, ancora con qualche difficoltà in più rispetto agli uomini, ma riescono comunque a emergere. Nel mio caso, devo ammettere che anche l’età ha aiutato molto: più si è grandi e più aumentano consapevolezza ed esperienza. Un esempio? Sono la più senior che si è aggiudicata un riconoscimento alla Female Founder Challenge 2023: i giudici hanno colto il valore sociale di quello che viteSicure sta facendo, scardinando anche il concetto che gli startupper sono solo giovani. E poi, devo ammettere che lavorare in un’assicurazione non è affatto noioso; anzi, penso che ci sia ampio spazio per poter esprimere le proprie potenzialità e la propria unicità, anche se in tanti lo considerano un settore poco “sexy”.
Quale è il messaggio che vorresti lanciare alle giovani imprenditrici?
Crederci sempre ed essere resilienti, non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà ma essere sempre pronte a mettersi in gioco, anche se a volte costa tanto sacrificio. Avere una buona autostima, darsi tempo per respirare, imparare prendere fiato e godersi i successi: queste credo che siano le carte vincenti o, per lo meno, quelle che lo sono state per me.