Abbiamo intervistato gli speaker della tappa torinese di Edison Pulse Day, dal sindaco Chiara Appendino a campioni dell’innovazione come David Avino (Argotec), Marco Cantamessa (I3P), Marco Gay (Giovani Confindustria) e Michele Novelli (Innogest). Prossima tappa a Palermo l’8 marzo
Un “tesoretto” da 200 mila euro, un programma di incubazione e supporto in un acceleratore di impresa, una campagna di comunicazione e, non ultima, l’open innovation, ovvero la possibilità di avviare partnership con la multinazionale dell’energia. E’ quanto mette a disposizione Edison Pulse, la call for startups che è anche un roadshow, Edison Pulse Day, un giro d’Italia in 5 tappe per attrarre i talenti del territorio e metterli in contatto diretto con aziende e con esempi di successo, con i campioni dell’ecosistema.
I 4 mercati innovativi in cui investirà Edison
Edison vuole investire in startup (e idee dimpresa) in ambito di:
- Energia, per le soluzioni innovative nell’ambito di produzione, stoccaggio, energia rinnovabile ed efficienza energetica, oppure delle smart city;
- Smart Home, per i progetti di gestione intelligente dell’ambiente domestico (Internet of things);
- Consumer, per le soluzioni innovative di vendita, customer care e coinvolgimento dei consumatori B2B e B2C, oppure per le soluzioni avanzate di eCommerce;
- Ricostruzione Sisma, rivolta alle sole imprese sociali e destinata alle idee e ai progetti per il recupero e la gestione della ricostruzione delle aree del Centro Italia colpite dal terremoto dell’agosto 2016, nonché alla valorizzazione delle filiere produttive locali e alla promozione culturale e turistica.
I protagonisti della seconda tappa
La seconda delle tappe del roadshow Edison Pulse Day si è tenuta a Torino e lì il nostro Massimo Fellini ha raccolto dagli speaker presenti alcune interviste. Ve le proponiamo di seguito.
Appendino: «A Torino 20 milioni sull’Energy Center»
«L’innovazione è una leva importante, crea opportunità lavorative ed è uno strumento di comunità, perché l’innovazione seppur fatta di persone chi ne beneficia è la comunità intera», ricorda il sindaco di Torino, Chiara Appentino. «Qui a Torino il Politecnico ha investito 20 milioni di euro sull’Energy Center, abbiamo molti incubatori e stiamo cercando di creare un tessuto che è un sistema tra città, università, incubatori e giovani competenti che permetta alle energie di poter fiorire, sia in innovazione energetica che digitale».
Avino: «Alzare sempre l’asticella»
«Creare il futuro significa utilizzare persone che possono portare all’interno della startup idee nuove e soprattutto diverse. Pensare fuori dagli schemi e creare un futuro non solo per la propria azienda ma per il proprio Paese», ha detto il founder di Argotec, David Avino.
E sull’importanza degli obiettivi per un’azienda: «Noi stiamo ancora inseguendo il nostro vello d’oro. Sono gli obiettivi, e alla fine cerchiamo di alzare sempre l’asticella. E’ importante all’interno della propria startup alzare sempre l’asticella degli obiettivi. Bisogna correre e pensare sempre sempre oltre».
Cantamessa: «Pochi investimenti perché è poca la domanda»
Come accorciare le distanze tra il mondo della ricerca universitaria e il mondo delle startup? Per il presidente di I3P, Marco Cantamessa, «ci sono gli uffici di trasferimento tecnologico, e poi le attività degli incubatori d’impresa che vivono nelle università ma che non curano solo le startup che nascono nell’attività accademica ma per aiutare tutti gli altri imprenditori. E poi bisognerebbe un po’ deburocratizzarla, l’università. Troppi lacci e lacciuoli».
Pochi investimenti? «Da un lato è innnegabile che c’è poco capitale di rischio, 200 milioni ci dicono quanto siamo indietro», ammette il presidente dell’incubatore universitario torinese, «ma il problema più profondo è la mancanza di domanda». Per Cantamessa, «l’investitore non fa altro che anticipare i soldi che la startup prenderà sul mercato dai clienti. Se tutte le startup italiane fatturano 600 milioni vuol dire che questo problema esiste e gli investitori ancora non si fidano. Permettetemi un’analigia idraulica: se un tubo è otturato io più che spingere con la pressione da monte preferirei togliere l’otturazione da valle».
Gay: «Fondamentale il team»
La cosa più importante che porta a credere in una startup? Per il Presidente dei giovani di Confindustria, Marco Gay, «prima di tutto il team, inteso sia come startup che come investitori, e poi identità del progetto e capacità innovativa che questo ha». «Come gruppo Giovani Imprenditori – continua – abbiamo subito sposato la filosofia della startup e dato fiducia a questo nuovo mondo di imprenditori che deve crescere».
Per riuscire a coniugare innovazione e tradizione, Gay si dice «sicuro che le startup che lavorano nel digitale possono portare quel vantaggio competitivo, quell’accelerazione delle imprese tradizionali. Parola chiave è l’open innovation, e poi il matrimonio tra la capacità innovativa della startup e la tradizione delle imprese porta a un Digital Made in Italy che ci porta con più forza e più efficacia verso l’internazionalizzazione».
Novelli: «C’è ancora un gap da colmare con gli altri Paesi europei»
«In Italia siamo bravi a fare certe cose», dice Michele Novelli, partner di Innogest. «Difficile che in Italia nasca una nuova Google, mentre potrebbe arrivare l’azienda che mette insieme le macchine che fanno lavorazioni meccaniche e le fa parlare tra loro, perché è lì che siamo bravi».
C’è una forte spinta, molte leggi che stanno arrivano che aiuteranno. Ma gli altri Paesi europei, anche la Spagna che è più piccola di noi mettono sul mercato dell’innovazione, delle startup, tra il mezzo miliardo e i 2 miliardi l’anno. In Italia c’è ancora un gap da colmare. L’uomo o abbatte i costi o crea innovazione, e l’innovazione è la strada verso la quale bisogna andare».
Prossima tappa, Palermo
Per la terza delle cinque tappe del tour l’8 marzo 2017 Edison volerà in Sicilia, a Palermo, presso la Galleria D’Arte Moderna (via Sant’Anna, 21). La partecipazione all’evento è gratuita, basta iscriversi a questo indirizzo.