E sul futuro dei social media pensa a un modello bitcoin
«Non festeggio e non vado fiero di avere messo al bando Donald Trump da Twitter». Così ha esordito il CEO di Twitter, Jack Dorsey, in un thread pubblicato sulla propria piattaforma che esprime la posizione del social network dopo giorni di dibattito acceso. Quasi una settimana fa la società ha infatti deciso di cacciare il tycoon, bloccando per sempre il suo account. A questa drastica misura ne sono seguite altre di aziende come Facebook, Instagram e YouTube. A meno di una settimana dall’insediamento di Joe Biden alla Casa, il dibattito resta aperto sull’opportunità o meno di quel gesto. «Credo che questa sia stata la decisione giusta per Twitter – ha precisato Dorsey – Ci siamo trovati di fronte a una circostanza straordinaria e insostenibile, che ci ha costretti a concentrare tutte le nostre azioni sulla sicurezza pubblica. Il danno offline causato dai discorsi online è reale».
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Twitter: l’autocritica
Nell’enunciare il suo pensiero a riguardo dei fatti successivi a Capitol Hill, Jack Dorsey sembra fare anche autocritica. «Credo che il ban dimostri un nostro fallimento nel promuovere una sana conversazione». Nel thread, il CEO di Twitter ha parlato anche di responsabilità da parte delle piattaforme nelle proprie policy. «Abbiamo bisogno di maggiore trasparenza nelle operazioni di moderazione». Nelle scorse ore YouTube ha bloccato temporaneamente il canale di Trump, mentre Snapchat ha seguito la linea dura Twitter: ban definitivo.
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I do not celebrate or feel pride in our having to ban @realDonaldTrump from Twitter, or how we got here. After a clear warning we’d take this action, we made a decision with the best information we had based on threats to physical safety both on and off Twitter. Was this correct?
— jack (@jack) January 14, 2021
Nella visione del CEO di Twitter, quanto successo con il profilo di Donald Trump costituisce un precedente «pericoloso». A questo punto, con il 45esimo presidente USA che promette battaglia contro la presunta «frode elettorale» subita in novembre, il destino delle piattaforme resta aperto. La decisione choc di Apple e Google di togliere Parler dall’oggi al domani dopo che la stampa dava per probabile l’arrivo di Donald Trump sul social del free speech dà l’idea di quanto ragione e torto in questa storia siano complessi da identificare.
Un social come Bitcoin
Sempre Jack Dorsey ha sorpreso infine i suoi follower con un endorsement a bitcoin. Ma perché parlare di una criptovaluta quando si sta discutendo della decisione di Twitter di cacciare Trump? «Il motivo per cui mi appassiona il tema bitcoin – ha scritto il CEO – è in gran parte dovuto al modello: una tecnologia internet che non è controllata o influenzata da nessun singolo individuo o entità. Questo è ciò che internet punta a essere». E infatti Dorsey ha parlato di un piano per fondare un modello di social media decentralizzato che permetterebbe una qualità del dibattito pubblico maggiore.