Presto, sotto la Mole, potrebbero arrivare le prime macchine robotizzate. Lo prevede il progetto che vede collaborare il Comune con Fca, General Motors, Italdesign, Tim, Open Fiber e il Politecnico
Da città dell’auto a città dell’auto-automatizzata. Con Fiat (divenuta Fca) che ormai guarda sempre più agli States, Torino è determinata a restare nella cerchia delle città che contano nel settore e lo fa puntando sull’innovazione.
La sindaca Chiara Appendino ha predisposto un protocollo che mira a fare del capoluogo piemontese la prima metropoli italiana nella quale verranno testate le automobili senza pilota.
Gli autori e i partner
Al progetto hanno partecipato anche l’assessore alla mobilità della città di Torino, Maria Lapietra, già ricercatrice al Politecnico proprio in automazione e informatizzazione dei trasporti, l’assessore all’innovazione Paola Pisano e l’assessore alle Attività produttive Alberto Sacco. Di primaria importanza, inoltre, i partner che nei prossimi giorni sigleranno l’intesa: Fiat – Fca, General Motors, Italdesign, Tim, Open Fiber e il Politecnico (già attivo nel settore).
Auto-robot anche in pieno centro
Se tutto andrà come auspicato, nelle prossime settimane i vari partner firmeranno il protocollo predisposto dall’Amministrazione cittadina, dopodiché Torino diverrà ufficialmente la prima “città laboratorio” italiana per ciò che riguarda le auto a guida autonoma che, in attesa dell’internet delle cose su rete 5G (già in fase di sperimentazione) si affideranno ai sensori della società 5T Srl, la municipalizzata che si occupa di gestione del traffico. Rispetto a Rovereto, che ha già dato la propria disponibilità in un progetto analogo, il capoluogo sabaudo ha messo a disposizione anche le vie del centro e non solo le arterie periferiche.
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Il decreto sulle smart road
L’accordo di Torino è stato reso possibile dal recente decreto sulle “smart road” firmato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, che autorizza la sperimentazione delle soluzioni tecnologiche per adeguare la rete infrastrutturale italiana ai nuovi servizi per i veicoli automatici.
Il decreto Smart Road, fanno sapere dal ministero, mira a realizzare un miglioramento della rete stradale nazionale attraverso una sua graduale trasformazione digitale, con l’obiettivo di renderla idonea a dialogare con i veicoli connessi di nuova generazione, anche nell’ottica di rendere possibile l’utilizzo dei più avanzati livelli di assistenza automatica alla guida, nonché per migliorare e snellire il traffico e ridurre l’incidentalità stradale. Previsti, dunque, gli interventi necessari per la comunicazione dei dati ad elevato bit-rate (come la fibra), la copertura di tutta l’infrastruttura stradale con servizi di connessione di routing verso la rete di comunicazione dati, la presenza di un sistema di hot-spot Wifi per la connettività dei device dei cittadini, dislocati almeno in tutte le aree di servizio e di parcheggio, un sistema per rilevare il traffico e le condizioni meteo e fornire previsioni a medio-breve termine e una stima/previsione per i periodi di tempo successivi. Sulla base dei dati raccolti, poi, il sistema offrirà contenuti per servizi avanzati di informazione sul viaggio agli utenti, permettendo eventuali azioni di re-routing.
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La (lunga) strada per le smart road
Gli interventi, si legge sul sito del dicastero dei Trasporti, saranno realizzati in un primo tempo (entro il 2025) sulle infrastrutture appartenenti alla rete TEN-T (Trans European Network – Transport) e, comunque, su tutta la rete autostradale. Successivamente (entro il 2030) saranno attivati ulteriori servizi di deviazione dei flussi, in caso di incidenti/ostruzioni gravi; di intervento sulle velocità medie, per evitare o risolvere congestioni; di suggerimento di traiettorie e corsie; di gestione dinamica degli accessi, nonché di gestione dei parcheggi e del rifornimento (con particolare riferimento alla ricarica elettrica). Progressivamente, i servizi saranno estesi a tutta la rete dello SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti), così come è stata ridisegnata dall’allegato al Def 2017 “Connettere l’Italia”. Tutti gli interventi saranno immediatamente previsti e realizzati, poi, nel caso di infrastrutture di nuova realizzazione, o di infrastrutture esistenti che siano oggetto di potenziamento o di interventi di innovazione tecnologica, costruttiva o funzionale.
I costi degli interventi saranno a carico del concessionario o del gestore dell’infrastruttura. Nello stesso decreto, si legge sempre nel sito del Mit, è stata prevista la possibilità per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di autorizzare la sperimentazione su strada di veicoli a guida automatica. In particolare, sono stati individuati i soggetti che possono chiedere l’autorizzazione (costruttore del veicolo equipaggiato con le tecnologie di guida automatica, nonché istituti universitari e enti pubblici e privati di ricerca), l’istruttoria che deve essere compiuta, le modalità con cui l’autorizzazione viene rilasciata ed i controlli cui è soggetta l’attività di sperimentazione, con lo scopo di assicurare che la sperimentazione venga realizzata in condizioni di assoluta sicurezza.