Il comitato organizzatore dei giochi nipponici potrebbe realizzare i premi per gli atleti mettendo a frutto l’ottimo lavoro di recupero sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Le Olimpiadi di Rio de Janeiro si sono concluse da non molto. Ma sembra già passato tanto tempo. Nel giro di una settimana, infatti, mentre in Italia tornano a montare le polemiche per l’Olimpiade del 2024 a Roma – quelle che il Movimento 5 Stelle che governa la Capitale sembra proprio non volere mentre il governo ci ha scommesso molto – in Giappone già pensano a come premiare gli atleti fra quattro anni.
I metalli preziosi nei telefoni
Nel 2020, infatti, i Giochi andranno in scena a Tokyo. E le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo potrebbero essere prodotte in modo ecosostenibile. Come? Con i metalli preziosi estratti dai dispositivi elettronici riciclati come gli smartphone e i pc. Pochi sanno, infatti, che i nostri telefoni e molti altri apparecchi custodiscono minime ma significative, in un approccio di scala, quantità di metalli preziosi.
Il caso Apple
Basti pensare che solo Apple ha dichiarato di aver raccolto nel corso del 2015, grazie al suo programma di riciclo, circa 40.800 tonnellate di rifiuti, recuperando più di 27.700 tonnellate di materiale. Tra questi c’erano 1.340 tonnellate di rame, 3 d’argento e una di oro, per un controvalore rispettivamente di 6,5, 1,7 e 43 milioni di dollari. Ha pure sviluppato un robot molto versatile, Liam, in grado di smontare efficacemente un iPhone in pochi secondi.
Quanto oro serve?
Quello giapponese sarà ovviamente un gesto simbolico. In fondo, prendendo per esempio Londra 2012, non serviranno grossi quantitativi: quattro anni fa bastarono neanche 10 chili di oro, 1.210 d’argento e 700 di rame, elemento principale del bronzo. Secondo Nikkei, l’oro e l’argento recuperati dai cosiddetti Raee, cioè i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, in Giappone costituiscono il 22 e il 16% delle riserve mondiali.