La società americana fondata da Salvatore Palella punta forte sui monopattini elettronici ma l’obiettivo a lungo termine è creare un ecosistema di servizi diversi per l’ultimo miglio
Non ci sono soltanto i monopattini elettrici nel presente e, ancor più, nel futuro prossimo di Helbiz, che ha chiuso un round di finanziamenti da 10 milioni di dollari per le potenzialità, in parte già mostrate, nel settore della micro-mobilità. Investitori e venture capital che hanno promosso la nuova iniezione di capitale guardano con attenzione alla crescita delle attività della compagnia e in particolare della flotta di monopattini, una delle principali aree che saranno ampliate proprio con il denaro in arrivo. Come annunciato dal fondatore e Ceo della startup con base a New York, Salvatore Palella, “più della metà dei proventi saranno reinvestiti in Italia”, seguendo la priorità della tabella di marcia: approdare in nuove città, dopo l’avvio a Milano e la fase di test estiva a Riccione, cominciando da Torino, Firenze e Pisa. Ma l’espansione riguarda pure la Spagna (già attiva a Malaga e in procinto di avviare le operazioni a Madrid, Marbella, Palma di Maiorca e Vitoria-Gasteiz), Portogallo, Francia, Georgia e Grecia.
Il luminoso futuro dei monopattini elettrici
Con il decreto attuativo firmato dal Ministero dei Trasporti lo scorso 4 giugno, nel nostro paese è stato disciplinato l’utilizzo di monopattini elettrici, hoverboard, segway e monowheel, i mezzi dell’ultimo miglio, le cui aree di circolazione devono essere indicate dai vari comuni. La normativa ha sbloccato lo stallo durato mesi e concesso così a Helbiz e alle altre aziende attive nel campo di offrire le rispettive proposte agli italiani, che si sono mostrati interessati all’uso del monopattino. Le stime di HelbizGo – il servizio per il noleggio dei monopattini elettrici basato sull’applicazione che consente la geolocalizzazione del mezzo e lo sblocco tramite scansione di un codice QR situato sul manubrio, con riconsegna in modalità free floating, che consente all’utente di parcheggiare il monopattino alla meta senza l’obbligo di riportarlo in un determinato punto, poiché ci pensano gli addetti della società a ritirare e ricaricare i mezzi – parlano di oltre 300.000 corse e circa 80.000 clienti registrati (inclusi quelli stranieri che usano al servizio in Italia).
Numeri che a livello globale, considerando i molti paesi che sono stati interessati dal fenomeno in anticipo rispetto al nostro, delineano un roseo futuro per le aziende del settore: solo negli Stati Uniti si sono registrate l’anno scorso più di 38,5 milioni di corse, pari a quasi il 46% del totale degli spostamenti a breve raggio realizzati con tutti i servizi di bike-sharing sul mercato. Cifre destinate a crescere ulteriormente, poiché il costante incremento della popolazione delle grandi città, che sarà ancora più accentuato negli anni a venire, ingolferà ancor più la viabilità urbana aumentando la voglia di poter disporre di un mezzo come il monopattino elettrico, garanzia di autonomia e velocità senza ricadute negative sull’ambiente (anche se va migliorata la sicurezza e ridotte le spese per l’utilizzo, fattore quest’ultimo che sarà agevolato dalla diffusione dei mezzi su larga scala con l’arrivo di un maggior numero di società).
L’ecosistema per l’ultimo miglio
Se i monopattini elettrici guidano l’avanzata, l’obiettivo di Helbiz è andare oltre creando un ecosistema di servizi differenti per il primo e l’ultimo miglio: la condivisione di auto e biciclette, e-bike e taxi volanti. Un piano ambizioso che al momento è ancora in fase di gestazione, anche perché la strategia societaria prevede una precisa gerarchia dei servizi. Il car sharing è stato il primo campo d’applicazione del gruppo, il cui servizio oggi è attivo a Los Angeles e Hong Kong, prima di concentrare le attenzioni sui piccoli mezzi elettrici, anche perché il volume di affari e i profitti sono molto superiori rispetto a quelli garantiti dalla condivisione delle auto. Quanto alle due ruote, il bike sharing sembra promettere bene, anche grazie al monitoraggio continuo (24 ore su 24) delle biciclette al fine di ridurre al minimo eventuali danni e atti vandalici (e a Milano è in arrivo una delle più ampie flotte europee con un programma in partnership con Telepass), mentre lato e-bike ci sono iniziative di nicchia programmate in Europa del Nord (Paesi Bassi e Danimarca), dove l’utilizzo della bici è molto sopra la media.
Il taxi volante pronto a decollare
L’altro elemento di punta sulla mappa della società newyorkese è Helbiz Air, il taxi drone che dal prossimo settembre sarà sperimentato sulla linea Antigua-Jumby Bay (4 chilometri di distanza), cui seguirà più avanti (e se tutto andrà bene) la tratta Antigua-Barbuda (60 chilometri). La scelta dell’isola caraibica per i test nasce dall’interesse del governo locale per uno dei servizi destinati ad attirare il desiderio dei turisti che sbarcheranno ad Antigua. Sul drone realizzato da cinesi di Ehang (Helbiz si occupa del servizio e anche per questo è riuscita a battere sul tempo colossi come Uber, che devono occuparsi anche dello sviluppo del mezzo) si viaggia in due persone, con la guida a distanza gestita da un centro di controllo situato a Shenzhen.
Un passaggio naturale, nonostante la distanza tra le due mete, perché, grazie a sensori, camere e intelligenza artificiale, il drone sarà in grado di apprendere la linea di volo e, con il tempo, muoversi tra due punti fissi senza la guida degli addetti cinesi, cui spetterà soltanto controllare che tutto procederà secondo i piani. L’autonomia attuale del drone è di circa 100 chilometri ma aumenterà fino a 160 chilometri con il secondo modello che sarà disponibile nei prossimi mesi. Quanto ai costi, la tratta più breve costerà 200-300 dollari per il singolo spostamento, mentre per la rotta più lunga si sale a 500-700 dollari a tratta.
La doppia quotazione
Con un piano di crescita ben definito, il futuro di Helbiz passa dalla quotazione in Borsa, che sarà storica. La compagnia di Palella sarà la prima a quotarsi in contemporanea negli Stati Uniti e in Italia (Nasdaq e Piazza Affari), con l’intento di attirare capitali in entrambi i paesi. Sul mercato azionario dovrebbe finire circa il 20%, una quota probabilmente sufficiente per imporsi all’attenzione degli investitori, anche perché sul tavolo di Palella sono già arrivate manifestazioni di interesse avanzate anche dai competitor, come Uber e Lyft, prontamente rifiutate poiché per adesso la volontà è camminare da soli in un campo che offre enormi potenzialità.