Alla fiera di Las Vegas la startup californiana distribuisce la nuova versione della sua polpetta di neocarne: via il glutine e più ferro e proteine ma senza colesterolo
Al CES in corso a Las Vegas c’è spazio anche per le novità in ambito gastronomico. Anzi, gastrotecnonomico, per così dire. La statunitense Impossible Foods, una delle startup più note che producono neocarne, cioè prodotti a base vegetale ma di nuova generazione che sembrano in tutto e per tutto, anche al gusto, una polpetta di manzo, ha svelato infatti il suo Impossible Burger 2.0.
Il gruppo di Redwood City, in California, ha infatti presentato agli addetti ai lavori una nuova versione della sua pseudopoletta con la chef mary Sue Milliken nel ristorante Border Grill al Mandalay Bay Resort and Casino. Nel corso del CES la società servirà 12mila burger 2.0 da un food truck esterno al Las Vegas Convention Center.
Che cosa sono i neoburger
Di Impossible Foods ne abbiamo parlato tanto negli ultimi anni su StartupItalia. La neocarne è prodotta grazie all’eme, complesso chimico che contiene un atomo di ferro, parte integrante dell’emoglobina, responsabile di portare l’ossigeno attraverso il sistema circolatorio animale e di far funzionare il sistema linfatico vegetale. L’eme è presente anche in molti vegetali ed è proprio da essi che la società del biologo e fisico 62enne Patrick Brown (nella foto sopra) la estrae. Almeno inizialmente, visto che negli ultimi tempi sembra coltivarla direttamente tramite i lieviti. E la sfrutta per dare al suo pappone vegetale il sapore della carne di manzo come neanche nella migliore trattoria piemontese.
Cosa c’è di nuovo: no glutine e più ferro e proteine
Ma cosa c’è di nuovo in un prodotto già fortemente innovativo, sposato in questi anni da migliaia di catene e ristoranti negli Stati Uniti (Wahlburgers, Fat Burger e White Castle fra le altre) e forte del recente via libera dell’autorità americana di garanzia sul cibo? La nuova ricetta contiene due principali innovazioni. Anzitutto fa fuori il glutine e, in seconda battuta, contiene la stessa quantità di ferro e di proteine di un tradizionale prodotto a base di proteine animali. Con la differenza che il colesterolo è a zero e mentre le calorie sono 240.
“Il CES si tiene dalla fine degli anni Sessanta ma non è mai stato lanciato un prodotto alimentare nelle tecnologie che cambieranno il mondo presentate di anno in anno” ha spiegato una portavoce della startup californiana, che un paio di anni fa ha convinto perfino Bill Gates a scommettere un sacco di soldi, in un round-record da 75 milioni di dollari. Fra gli altri ingredienti oltre all’eme – essenziale per riprodurre gusto, sapore e sensazione della vera carne – anche le proteine delle patate, della soia, olio di cocco e di girasole.
Qualcosa di simile anche in Italia
Il burger 2.0, almeno per chi l’ha già provato, è considerato più succoso, saporito e gradevole del predecessore. Negli Usa potrebbe anche arrivare nei supermercati entro l’anno. L’elemento hi-tech della questione sta anche, come si accennava, al gruppo degli investitori che ha deciso di sostenere l’azienda: si va appunto da Gates a Google Ventures di Alphabet passando per Khosla Ventures, Horizons Ventures, Ubs, Temasek, Open Philantropy Project e molti altri. “Abbiamo raccolto molto denaro dunque non abbiamo bisogno di quotarci in Borsa al momento” ha spiegato Brown, che esclude uno sbarco sui listini. Mentre Beyond Meat, un altro gruppo simile, starebbe pensando di lanciarsi sui mercati nel corso dell’anno. Fra l’altro gli hamburger di Beyond Meat si possono mangiare anche in Italia: ha esordito lo scorso settembre nella catena di hamburgerie bolognesi Welldone.