Il prodotto coreano ha raggiunto la maturità. Ma non è ancora un prodotto universale: forse soprattutto a causa dell’ecosistema Android
Lo dico subito, così da sgombrare il campo da ogni equivoco: non sono un fan degli smartphone pieghevoli. Non ne ho mai ancora sentito il bisogno: però in questi giorni ho provato ad abituarmi al modo di funzionare del nuovo Z Fold4 di Samsung, anche se non sono riuscito ad attarmi ancora al meglio. Detto questo, il mio compito non è raccontarvi le mie personali idiosincrasie: devo fornire a chi leggerà queste righe gli elementi necessari a comprendere se lo smartphone in questione sia davvero ciò che fa per lui o lei. Dunque, ecco tutto ciò che (secondo me) dovreste sapere se state pensando di acquistare uno Z Fold4.
Fuori croccantissimo, dentro morbidissimo
Uno degli aspetti che maggiormente mi mette in crisi dei foldable è la questione dimensioni: son più grossi e pesanti, chiusi hanno una forma strana. Samsung da questo punto di vista ha fatto un buon passo in avanti col Fold4: ha cambiato il rapporto di forma dello schermo esterno, rendendolo un po’ meno stretto, e ha alleggerito qua e là il dispositivo per fargli perdere ancora qualche grammo e avvicinarlo sempre di più al peso di comuni smartphone candybar di grossa taglia. Missione compiuta, insomma: ora il Fold4 è usabile anche da chiuso (ovvero, l’interfaccia e la tastiera sono usabili), e in tasca sebbene faccia sempre il bozzo non fa più effetto mattone. I materiali scelti son tutti di prima qualità, e si sente: è uno squisito pezzo di vetro e metallo.
Guardi il Fold4, però, e pensi a tutto quello che Samsung avrebbe potuto fare per farlo ancora più sottile: perché c’è ancora tutto quello spazio (altro che la misura di un capello) tra i due bordi dello schermo interno, quando richiuso? Perché la piega è così evidente quando apriamo lo schermo e magari usiamo un’app con sfondo bianco? Io una risposta me la sono data: perché gli ingegneri coreani sanno il fatto loro e hanno maturato una certa esperienza coi foldable. Azzerare lo spazio tra i due bordi dello schermo sovrapposti, probabilmente, significherebbe che un granello di sabbia che rimanga incastrato a schermo chiuso lo graffierebbe inevitabilmente (o peggio). Oppure: rendere “piatto” lo schermo costringerebbe ad applicare maggiore tensione sul pannello per stirarlo ogni volta che viene aperto, e a lungo andare questa sollecitazione meccanica potrebbe danneggiarlo.
Non è che non sia possibile farlo ma, come detto quando abbiamo parlato del lancio di questi dispositivi, Samsung ormai ha qualche anno di esperienza sulle spalle rispetto a come funzionano questi foldable. E ne ha pure venduto qualche milione (circa 10 nel 2021). In altre parole, avrà introiettato una serie di informazioni su cosa può andare storto nella vita di tutti i giorni e cosa invece ha funzionato bene: la scelta di costruire lo Z Fold4 in questo modo è figlia di questa esperienza. La decisione di intervenire sul form factor per allargare di qualche millimetro lo schermo è frutto della esigenza di garantire al consumatore di non dover ogni volta aprire il device, per via della frustrazione di non riuscire a usare la tastiera software con dei tasti davvero troppo sottili.
C’è soltanto un tarlo che mi rosicchia il cervello, ed è il ruolo che questo smartphone dovrebbe avere nell’offerta complessiva Samsung. Se è vero che di fatto l’erede del prestigioso Note 20 è a tutti gli effetti l’S22 Ultra, che ruolo può giocare lo Z Fold 4? A bordo manca il pennino integrato, devi procurartelo a parte e non perdertelo visto che non può essere stivato in apposito alloggiamento (a meno di non acquistare una custodia apposita). Certo, la dimensione dello schermo interno è ineguagliabile in altri form factor: ma è decisiva nel renderlo l’arma perfetta per i lavoratori nomadi? La risposta sta nell’uso che si può fare giorno dopo giorno di questo Fold4.
I giorni della nostra vita
Cosa facciamo ogni mattina appena svegli? Non giriamoci intorno, tipicamente guardiamo lo schermo dello smartphone: controlliamo se ci sono notifiche sui social, se siamo stakhanovisti guardiamo se sono arrivate email particolari a cui dare priorità in mattinata, magari mettiamo su della musica o un podcast per fare colazione ascoltando qualcosa. Difficilmente, anche se avrete a disposizione un Fold4, vi verrà voglia di aprirlo e usare lo schermo maxi al suo interno: semplicemente non serve. Ecco, qui c’è il punto nodale del mio ragionamento: più che essere un prodotto pensato ruotando attorno allo schermo interno, questi foldable restano apparecchi con due schermi. Quando fare appello all’uno o all’altro è questione di gusti e di abitudine.
Se è vero che si possono guardare i film sullo schermo interno, più ampio, e si può sfruttare il sistema della piega per tenere il Fold4 in piedi da solo senza l’usilio di supporti, è anche vero che l’esperienza di visione di un film su un pannello quasi quadrato non è ottimale. O vi accontentate di avere un bel po’ di nero sopra e sotto l’immagine (e c’è quella piega al centro che in alcuni casi infastidisce), o forzando il meccanismo software potrete spostare nella parte alta del display tenendo in basso solo i controlli multimediali. Ho usato la parola “forzare” non a caso: non tutte le app in circolazione, e parlo di quelle grosse e famose, tengono conto dell’esistenza di questo tipo di smartphone quando vengono sviluppate. Per costringerle a lavorare in un certo modo sul display flessibile bisogna imporre un certo comportamento, tramite il software sviluppato da Samsung.
Il risultato non è sempre ottimale: questo è il vero limite di queste soluzioni fino a oggi, la qualità delle app disponibili. Se è vero che Office è un incanto da usare sullo Z Fold4, complice il lavoro svolto a braccetto con Microsoft, non si può dire lo stesso di Instagram: forzato a tutto schermo è inguardabile, in 4:3 è comunque strano visto che c’è comunque meno roba di quanto siamo abituati a vedere sui 21:9 che vanno per la maggiore oggi. Non possiamo dare certo la colpa a Samsung per questo: anzi, se affiancate due app in verticale sullo schermo interno, di fatto mostrando due interfacce analoghe a quelle degli schermi classici, il multitasking è garantito. Ma per far compiere il vero salto in avanti alla categoria servirebbe che le app, almeno le più diffuse, funzionassero in modo adeguato su queste diagonali e questi rapporti d’aspetto: il peso specifico per imporsi sugli sviluppatori Samsung indubbiamente ce l’ha, se riuscirà a vendere ancora un po’ di Fold e Flip ci saranno anche numeri abbastanza robusti da giustificare il suo pressing in tal senso.
Non ci sono solo aspetti negativi, chiariamolo. Ci sono parecchi giochi che nativamente scalano molto bene su questo Fold4 (Diablo Immortal è stato molto, ma molto divertente da giocare), così come ci sono app tra cui il già citato Office che vanno alla grande. Anche navigare con il browser personalmente mi ha soddisfatto, così come consultare un PDF o leggere un libro. Dove il telefono brilla davvero è quando si è in giro: mi è capitato di essere con dei colleghi durante un sopralluogo e usare lo schermo aperto per mostrare a tutti una fotografia, con decisamente molta più efficacia che su uno schermo tradizionale. E lo stesso si può dire di quando ho seguito delle conferenze online mentre prendevo appunti, con lo schermo diviso a metà tra il video e il blocco delle note.
Alla fine, nell’equazione entrano anche le vostre abitudini: dovete decidere di aprirlo il Fold4, non potete continuare a usarlo come un comune smartphone rigido con un solo schermo. Dovrete farlo quando ha senso (di certo non per Instagram, almeno per ora, mentre già per TikTok ha più senso: giusto per fare due esempi), ma dovrete abituarvi a farlo: senza porvi il problema del meccanismo di apertura, dovete abituarvi a fare apri-e-chiudi tutte le volte che serve (se serve). Questo cambierà il modo in cui userete lo smartphone, ma serve anche capire quanto e se vi serva davvero farlo: quante volte vi capiterà di dover usare due app contemporaneamente sul vostro display? Quante call fate da smartphone? Le call sono un bell’esempio, perché telefono aperto alla mano si può effettivamente consultare un doc mentre si guardano gli altri partecipanti. In definitiva, un Fold4 è un telefono che può far gola a una certa fetta del pubblico: ma non è un telefono adatto a tutti.
A tutto questo si unisce un’esperienza complessiva lato software da primo della classe: l’interfaccia è fluida su entrambi gli schermi, Samsung integra bene Android 12L (la versione per gli schermi maxi) con la sua OneUI, il risultato è gradevole e sotto certi aspetti anche elegante. La barra in stile Windows, in basso, con le app da lanciare è un tocco notevole: quando mi sono deciso a tenere più spesso aperto il Fold4, mi sono ritrovato spesso a usarla e mi pare che funzioni piuttosto bene. C’è qualche app che invece mal digerisce lo schermo interno, soprattutto sul piano multimediale: lì però è davvero responsabilità di chi ha sviluppato l’app, evidentemente non tenendo conto delle specifiche di questo telefono e dell’esistenza di schermi di forma differente dall’ormai solito 21:9.
Ma come va davvero questo Z Fold4?
Vi ho tediato a lungo parlando di schermi pieghevoli e abitudini quotidiane, ma in effetti non ho ancora detto com’è e come va questo telefono rispetto ad altri smartphone: molto buono, decisamente sopra la media. Gli schermi sono entrambi luminosi e molto ben calibrati, il touch reattivo e il refresh dinamico efficace. L’autonomia mi è sembrata ottima, nonostante il doppio display: a seconda di quanto userete quello interno cambierà un po’ il chilometraggio che riuscirete a spremere da un pieno della batteria, ma comunque si arriva a fine giornata con un minimo di cura e senza strafare. Il fatto che manchi la ricarica ultra-rapida (siamo fermi a 25W) è un po’ un limite per il tipo di utente che immagino scelga questo smartphone: a naso è una questione di esser certi di non surriscaldare il device, la scelta Samsung è per la sicurezza a tutti i costi in luogo di una feature in più che però potrebbe essere molto utile.
Surriscaldamenti, dicevamo: assenti o quasi, grazie anche a un nuovo processore che sembra veramente un gran bel pezzo di SoC. Parliamo dello Snapdragon 8+ Gen 1, potente assai ma non energivoro o caloroso come il suo diretto predecessore: l’impressione è che sia veramente il miglior chip che si possa scegliere al momento per un prodotto di fascia alta, e ciò dovrebbe deporre bene anche per il piccolo di casa (il Flip4) che lo scorso anno soffriva assai per surriscaldamento e consumi sopra la norma. Anche stressando il Fold4 non ho avuto problemi di sorta, anzi mi pare che sia stata curata molto bene la faccenda dissipazione: d’altra parte lo spazio non manca a bordo.
Comparto fotocamera: bene. Mi piace come funzionano le camere di bordo (forse tutte tranne la selfie interna: quella è decisamente pensata per le call, non per scatti artistici), e mi piace anche come funziona il sistema per scattarsi i selfie con la camera principale. In pratica si usa lo schermo esterno per inquadrarsi e il risultato è decisamente soddisfacente: si sfrutta il miglior sensore a bordo (per dimensioni, megapixel e lente) e si portano a casa begli scatti. Diciamo che, pur essendo un telefono da professionista e non da fotoamatore, il Fold4 si comporta molto bene: d’altra parte siamo davanti alla stessa camera o quasi dell’S22, che brutte foto non fa. Sotto questo aspetto lo promuoviamo senz’altro.
Volendo andare a cercare il pelo nell’uovo, ci sono due caratteristiche che non mi hanno totalmente convinto. La prima è l’audio: non è potente come avrei potuto aspettarmi, viste le dimensioni dello smartphone, non che sia scadente ma in alcuni casi mi è capitato di impugnare il dispositivo aperto finendo per tappare gli speaker e il risultato è stato strano. L’altro aspetto, strano a dirsi, è il lettore di impronte: è fisico, non di quelli sotto il display, ed è integrato nel tasto di accensione. Ecco, da questo tipo di lettore mi sarei aspettato una performance diversa: forse dipende dal mio pollice, ma soprattutto nei primi giorni non sempre sono riuscito a farmi riconoscere al primo colpo. Quando funziona è rapido, fulmineo: ma, nonostante diversi tentativi, all’inizio ho avuto una certa difficoltà a far entrare in connessione il mio dito con il sensore. La situazione è migliorata col tempo: forse ero io a usarlo male.
Tiriamo le somme
Allora, è arrivato finalmente il momento di mollare i vostri antiquati smartphone con uno solo schermo rigido e lanciarvi sul futuro flessibile? Lo so, sembra banale e semplicistico, ma: dipende. Dovete essere certi che sfrutterete il display interno, quello grande per capirci, dovete comprendere se davvero il vostro stile di vita richiede un dispositivo di questo tipo. Dovete decidere se la piega del display interno, visibile, vi infastidisce o se potete passarci sopra. Parliamoci chiaro: anno dopo anno, Samsung ha fatto miracoli sulla durevolezza di questi prodotti (pensate solo che quest’anno sono pure IPx8), ma restano dispositivi per cui bisogna avere una cura e un’attenzione superiore alla media. Se siete in cerca di multitasking avanzato, e non siete abituati a tirar fuori il vostro laptop ogni volta che ce n’è bisogno, allora forse può essere arrivato il momento giusto di prendere in considerazione l’acquisto di un Galaxy Z Fold4.
Va detto che Samsung ha ridotto all’osso le forniture in confezione: niente cover, niente S-Pen, niente caricabatterie ma soltanto un cavo USB-C per la ricarica. Tutto questo per un robusto prezzo di 1.879 euro nella versione base da 12+256GB, che probabilmente basta e avanza per tutto: volendo a poco di più c’è la 12+512, valutate voi se vi serve quello storage aggiuntivo. Il Galaxy Z Fold4 costa tanto, non giriamoci intorno: d’altra parte è l’unione di parti molto costose e di un gran lavoro di progettazione, dunque in parte il prezzo è anche giustificato. Se decidete di investire in questo device, come dicevo nel paragrafo precedente, tenete presente cosa può fare e non può fare per voi: non è un telefono da portarsi in spiaggia, non è un sostituto completo di un laptop, non è un tablet (la fruizione multimediale è soddisfacente, ma da questo punto di vista i tablet fanno ancora di più). In più, come detto, non c’è ancora un ampio parco app pienamente compatibili e che sfruttano il doppio display in modo soddisfacente: lo stesso problema che Android ha anche sui tablet.
Certo, Samsung da parte sua ha fatto dei passi avanti concreti: il sistema fotocamere ora è molto buono, quindi rende più generale l’appeal che il Fold4 può avere sul pubblico, così come l’autonomia e le performance offerte sono soddisfacenti. In altre parole, col passare delle generazioni i foldable si avvicinano sempre di più all’idea che possano sostituire gli smartphone tradizionali: non ci siamo ancora, ma siamo molto vicini. Il Fold4 non ha cambiato la mia idea sui foldable, non penso ancora sarebbe utile per me possederne uno: però vedo aumentare la fetta di pubblico là fuori che potrebbe pensare che i tempi sono maturi, e forse anche io continuando a usarlo potrei scoprire che in certi contesti mi è più che utile. Ci sono ancora dei compromessi da fare (le misure e l’ergonomia sono ancora un punto debole del pacchetto), ma abbiamo davanti un bel prodotto: non so se questo è il form factor definitivo, è ancora troppo delicato per imporsi definitivamente (la struttura della cerniera resta un punto debole), ma è senz’altro degno di nota. C’è da augurarsi che, generazione dopo generazione, il Fold riesca a replicare il percorso che il Note ha fatto durante tutta la sua carriera: fino alla sua consacrazione finale.