Dopo Apple Pay, al vaglio della Commissione europea ci sono le regole dell’azienda di Cupertino per i fornitori di streaming musicale. Si indaga su presunte “condizioni commerciali sleali”
Nel mirino della Commissione europea adesso c’è lo streaming musicale sull’App Store di Apple. Al centro delle indagini il fatto che Apple avrebbe imposto la sua tecnologia di pagamento per gli acquisti in-app agli sviluppatori di app di streaming musicale e avrebbe anche limitato la capacità di questi di informare gli utenti di iPhone e iPad in merito a servizi musicali in abbonamento alternativi a prezzi più bassi al di fuori dell’app. Pertanto, quello che è da accertare è il fatto che, in via preliminare, gli obblighi di Apple costituiscano “condizioni commerciali sleali”.
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Cosa contesta la Commissione europea ad App Store
Quello su cui la Commissione europea sta indagando sono gli obblighi imposti dal colosso di Cupertino agli sviluppatori di applicazioni di streaming musicale. “Non sono né necessari, né proporzionati” e “sono dannosi per gli utenti dei servizi di streaming musicale sui dispositivi mobili di Apple, che potrebbero finire per pagare di più – ha spiegato la Commissione – incidono negativamente sugli interessi degli sviluppatori di app di streaming musicale, limitando l’effettiva scelta dei consumatori”. Si tratterebbe, dunque, di un abuso di posizione dominante nello streaming musicale. D’altro canto, Apple ha affermato che risponderà alle preoccupazioni dell’autorità di regolamentazione. A denunciare il caso era stato Spotify, che aveva accusato Apple, nel 2021, di avere ingiustamente limitato i rivali al proprio servizio di streaming musicale Apple Music sugli iPhone.
Cosa era successo con Apple Pay
Stessa accusa era stata avanzata nei confronti di Apple Pay da parte della Commissione europea, per “abuso di posizione dominante” con l’accusa di impedire ai player concorrenti nel mobile wallet di accedere alle funzionalità della tecnologia NFC per consentire i pagamenti contactless. Secondo Bruxelles, il servizio di pagamenti digitali dell’azienda di Cupertino avrebbe violato le normative UE sull’Antitrust e le leggi europee sulla concorrenza perché avrebbe ostacolato gli sviluppatori di servizi alternativi, impedendo loro di sfruttare su iPhone l’uso della tecnologia NFC per effettuare i pagamenti contactless. NFC su iPhone, iPad, Apple Watch e Apple Pay rappresenta l’unico servizio che l’utente è in grado di usare per pagare in modalità contactless. E questo sistema viola le regole nella UE. In particolar modo, al centro della questione c’è l’articolo 104 del TFUE, il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che vieta «lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno», per avere impedito agli altri player concorrenti di accedere alle funzionalità della tecnologia NFC.