L’accordo gaming dell’anno (69 miliardi) potrebbe non andare in porto. In tutto 16 paesi hanno scelto di far luce sull’operazione
La Federal Trade Commission degli Stati Uniti starebbe valutando l’avvio di una causa antitrust contro Microsoft riguardo all’acquisizione di Activision, uno dei giganti del mondo gaming (suoi sono titoli come Call of Duty e Candy Crush). A parlarne per primo è stato Politico, testata che ha riportato quanto finora sappiamo sugli ultimi sviluppi della vicenda. La FTC non è l’unica autorità che sta vagliando l’operazione annunciata a gennaio 2022. L’acquisizione di Activision da parte della multinazionale di Redmond aveva trovato d’accordo le parti per un deal da 69 miliardi di dollari. Ma, secondo i critici e i competitor (Sony in testa), questa fusione rischierebbe di rendere il mercato dei videogiochi meno competitivo. Ma ripercorriamo la vicenda in periodo complesso per le Big Tech (tra licenziamenti in massa e correzioni in Borsa).
«Oggi il gaming è la categoria più dinamica ed entusiasmante nell’intrattenimento su tutte le piattaforme e giocherà un ruolo chiave nello sviluppo delle piattaforme metaverse. Stiamo investendo profondamente in contenuti di livello mondiale». Così commentava il Ceo di Microsoft, Satya Nadella, quando il settore tech era stato investito dalla notizia dell’accordo raggiunto con Activision per quasi 70 miliardi di dollari. Nei mesi successivi, tuttavia, sempre più paesi hanno preferito temporeggiare.
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In tutto sono 16 quelli in cui si è deciso di far luce sull’acquisizione per fugare rischi rispetto a questioni antitrust. Al momento, come ha riportato il New York Times, soltanto Brasile e Arabia Saudita hanno dato semaforo verde. Prima di chiudere l’operazione potrebbero passare mesi. A voler investigare sulla vicenda c’è anche la Commissione Europea, così come gli enti in Gran Bretagna.
Le possibilità che una causa antitrust coinvolga Microsoft rispetto all’accordo con Activision non sono remote, dal momento che la FTC americana avrebbe già svolto buona parte del lavoro, raccogliendo le deposizioni di Nadella e del Ceo di Activision, Bobby Kotick. Le due parti hanno tempo fino all’inizio dell’estate 2023 per concludere l’accordo, altrimenti dovrebbero riaprire la negoziazione. Il fatto che molti paesi stiano puntando la lente di ingrandimento sull’affare potrebbe complicare le cose.
Nella vicenda non poteva mancare il riferimento anche ai guai che da tempo Activision sta passando rispetto alle accuse di molestie sessuali all’interno dell’azienda. Ne avevamo parlato in questo articolo. Nello specifico è stato il governo svedese a puntare il dito contro Microsoft e la software house, sostenendo che l’operazione avrebbe in qualche maniera favorito entrambe, mettendo in secondo piano i problemi legati all’inclusione e ai diritti nell’ambiente di lavoro. Di mezzo c’è anche Sony (leggi PlayStation) che ha accusato la rivale Microsoft (leggi Xbox) di volere ridurre le competizione sul mercato. Call of Duty, uno dei titoli tripla A più venduti al mondo, non dovrebbe diventare esclusiva Xbox, ma rimanere anche su ecosistema Sony.