Tensione tra i due Paesi. Hacker russi assoldati dal governo avrebbero provato a sottrarre dati UK sulle cure in sviluppo per il Covid-19
La corsa al vaccino assume i connotati di un romanzo del compianto Tom Clancy, con gli 007 britannici che, nel pieno rispetto dei plot dei libri di Ian Fleming, puntano il dito contro la Russia. I servizi d’intelligence del National Cyber Security Centre imputano ad “hacker russi” assoldati direttamente da Mosca di aver preso di mira informazioni su progetti di ricerca sui vaccini anti-Covid in sviluppo non solo in Gran Bretagna, ma anche in Canada e negli USA (che qualche tempo fa avevano diramato un medesimo allarme accusando però la Cina).
La risposta di Mosca
In Russia, dove sono stati ormai superati i 750.000 casi di Covid-19 dall’inizio dell’epidemia e nel corso delle ultime 24 ore si contano 6.428 nuovi casi e 167 decessi, il Cremlino respinge le accuse britanniche di un attacco hacker per carpire i segreti delle ricerche occidentali sui vaccini. “Non abbiamo informazioni su chi possa aver commesso un attacco hacker contro le compagnie farmaceutiche e i centri di ricerca britannici ma possiamo dire una cosa: la Russia non ha nulla a che fare con questi tentativi”, ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, smentendo anche le accuse di interferenze russe nelle elezioni parlamentari britanniche del dicembre 2019.
Risposte incoraggianti dai vaccini a Oxford
Parallelamente, sempre dalla Gran Bretagna arrivano notizie incoraggianti sulla sperimentazione clinica sul potenziale vaccino anti Covid-19 sviluppato dall’Università di Oxford. Da quanto si apprende, i vaccini in sviluppo stanno fornendo risultati “estremamente promettenti”, e potrebbero addirittura far beneficiare i pazienti- secondo gli scienziati coinvolti nella ricerca – di “una doppia protezione” dal Coronavirus.
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Il prototipo di Oxford, concepito in collaborazione con l’azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia, è tra i pochi progetti al mondo arrivati alla fase 3 della sperimentazione clinica, la più importante e avanzata, estesa a migliaia di persone. Il ministro della Sanità britannico Matt Hancock ha annunciato che, “nello scenario migliore”, si potrebbe avere una distribuzione di massa entro fine anno, “ma più probabilmente nel 2021”.