Già protetto da brevetto, questo prodotto “inattiva” il virus ed pensato per rendere più sicuri gli ambienti chiusi
La startup innovativa Nanohub ha realizzato un filtro in grado di inattivare il coronavirus, rendendo più sicuri e puliti gli ambienti chiusi come scuole, uffici e negozi. Già protetto da brevetto, è dotato di un reattore fotocatalitico di ultima generazione e di un tessuto antibatterico e antivirale. L’azione congiunta di questi componenti permette di sanificare l’aria, raggiungendo gli obiettivi di contenimento e rallentamento della trasmissione del Covid 19. Fondata nel 2018, questa startup – qui il sito ufficiale – è specializzata nelle nanotecnologie e ha sperimentato il suo filtro nel laboratorio della dottoressa Elisa Vicenzi, capo dell’Unità di Patogenesi Virale e Biosicurezza dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
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Nanohub: mezz’ora per “inattivare” il virus
Negli ultimi mesi StartupItalia ha raccontato come l’ecosistema dell’innovazione si è attivato per proporre soluzioni tecnologiche in grado di rendere più sicura la ripartenza. La storia di Nanohub si aggiunge a quelle dei tanti talenti espressi nel campo del biotech, della medicina e degli strumenti sanitari. «Con questo filtro – ha dichiarato Stefano Perboni, CEO di Nanohub – è finalmente disponibile un sistema che può permettere il ritorno alla vita “normale” in tempi veloci, riducendo l’uso di altri sistemi di protezione che hanno controindicazioni nel loro utilizzo».
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Secondo i dati resi pubblici da Nanohub, in soli 10 minuti questo filtro inattiva un’elevata carica virale infettiva del Covid 19 di oltre il 98,2%, in 20 minuti di oltre il 99,8%, fino ad arrivare al 100% in mezz’ora. Naturalmente questa tecnologia deve essere associata alle mai abbastanza ribadite norme sul distanziamento sociale e, per quanto riguarda gli ambienti chiusi, il continuo ricambio d’aria resta tra le disposizioni più utili in tema di sicurezza sul lavoro.