Uno studio di Specops Software ha fotografato la situazione in tutta Europa. Il 12% non sa cos’è un virus in informatica
Non ditelo ai genitori, presi a male parole quando non riescono a inviare una mail con allegato, o ai nonni, sbertucciati perché non sanno usare WhatsApp. Anche i millennial – sempre connessi, abituati a informarsi online, attivi sui social (perfino su TikTok) – hanno parecchie lacune quando si parla di tecnologia e sicurezza in ambito digitale. Per fare un esempio, 7 su dieci non sanno cos’è lo spam e, dunque, si presume non sappiamo neppure scovare una mail di lavoro finita proprio in quella cartella. I numeri sono stati pubblicati da una recente ricerca di Specops Software, azienda svedese attiva sulla protezione dei dati fondata nel 2001. Su un campione europeo (Gran Bretagna compresa) di 2,445 millennial, ovvero giovani (e un pò meno giovani, come chi scrive) nati tra i primi anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta, sono emersi dati eloquenti sulle competenze digitali di base.
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Millennial: urgono ripetizioni
Dalla ricerca condotta su oltre 2mila millennial abituati a lavorare con il pc è emerso che l’82% non sappia cosa sia un firewall; il 76% ignora il significato di malware e quasi altrettanti di VPN (73%) e di HTML (71%). I numeri della ricerca sono interessanti (e un pò preoccupanti) proprio perché lo studio ha preso in esame una platea che, a intuito, dovrebbe dare per scontato certi concetti. Tutto questo ha a che fare con la sicurezza dei propri dati, dei contenuti che ogni giorno vengono caricati o realizzati sui dispositivi. Può sembrare assurdo, ma secondo la ricerca il 12% degli intervistati non conosce neppure il significato del termine virus in ambito informatico.
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Le parole più cercate su Google
Oltre al grosso problema del digital divide, marcato soprattutto nel nostro paese dove tante persone non hanno un accesso adeguato a internet, la lacuna tra i millennial sta anche nelle scarse competenze informatiche di base. Alla domanda se mai avessero subìto un attacco hacker, il 67% ha risposto di sì. La maggioranza assoluta del campione (67%) non sa cancellare la cronologia delle proprie ricerche online. La ricerca di Specops Softare ha voluto indagare anche sulle parole ricercate di più su Google dai millennial in ambito tech: al primo posto c’è VPN (le rete virtuale private che in tempi di smart working è stata molto utile per le aziende) con oltre 38mila ricerche medie mensili; seguono il termine phishing (ovvero le truffe online per rubare i dati personali tramite, ad esempio, una mail) e malware (un software dannoso in grado di mettere a rischio un sistema informatic) Le carenze digitali dei millennial possono avere varia origine, da ricercarsi anche in un carente programma scolastico sul versante STEM quando queste persone erano sui banchi. Chissà cosa ci potremmo aspettare da una ricerca analoga condotta sulla Generazione Z.