L’intervista a Gianluca Pavanello, CEO di Macron. L’azienda emiliana ha contrattualizzato cinque fabbriche in Cina per produrre dispositivi medici
«Tra tre, massimo quattro giorni, non ci saranno più mascherine idonee e certificate sul mercato. Su questo non ho alcun dubbio». È questa la previsione che Gianluca Pavanello, amministratore delegato di Macron, azienda italiana produttrice di abbigliamento sportivo, ha fatto a StartupItalia a pochi giorni dall’ordinanza del commissario straordinario Domenico Arcuri che stabilisce il prezzo massimo delle mascherine a 50 centesimi. Sponsor tecnico di oltre 70 club professionistici in tutto il mondo, terzo brand più importante nella classifica UEFA delle sponsorizzazioni tecniche di calcio in Europa, Macron non è certo tra le aziende che più stanno soffrendo il periodo di lockdown. Dopo lo scoppio della pandemia, l’impresa di Bologna ha deciso di contrattualizzare cinque fabbriche specializzate in Cina – dove l’impresa ha una fitta rete di rapporti – per produrre mascherine e altri dispositivi medici come tute per poi importarli in Italia e distribuirli attraverso un progetto no profit. «Dal 6 aprile sono arrivati 20 milioni di pezzi. Ora però abbiamo bloccato tutto».
La filiera delle mascherine
A differenza di altre aziende che hanno riconvertito la produzione per produrre mascherine, Macron ha scelto di incaricare professionisti del settore per realizzare questi dispositivi sanitari e farli arrivare dove più servono. Il commissario straordinario Domenico Arcuri è stato molto duro nei confronti di chi ha sollevato la polemica del prezzo massimo di 50 centesimi fissato per le mascherine. «Avrei tanta voglia di parlare dalla trincea in cui da 40 giorni mi trovo con il dottor Borrelli e i nostri collaboratori, di parlare dei liberisti che emettono sentenze quotidiane da un divano con un cocktail in mano», ha dichiarato durante l’ultima conferenza stampa. Ma quanto costa produrre una mascherina e qual è il prezzo sostenibile per un’azienda?
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Gianluca Pavanello, CEO Macron
© [PH Ramiro Castro Xiques]
«In questo momento il mercato è drogato: la domanda è superiore all’offerta – ha spiegato il CEO di Macron – Oggi il costo di una mascherina certificata non può essere inferiore a 35 centesimi. Per portarla in Europa, come noi, c’è il capitolo traporti. I prezzi degli aerei sono aumentati: trasportare un chilo di merce costa 14 euro rispetto ai 2 standard. Ecco allora che il costo di una mascherina prodotta e fatta arrivare in aereo arriva a o,50 centesimi. Una volta atterrata bisogna pagarci i dazi. E poi va smistata. La mascherina arriva in farmacia a 0,75 centesimi. Per poter pagare i costi fissi una farmacia deve però applicarci un ricarico. Così, alla fine di tutto, il prezzo ideale di una mascherina dovrebbe essere intorno agli 85 centesimi. Ma finora c’è stata l’IVA al 22%».
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Come sostenere le aziende
Dopo l’ordinanza con cui il commissario straordinario ha imposto il prezzo massimo di 50 centesimi per le mascherine tutta la macchina di Macron tra Asia e Italia si è bloccata. «Le aziende che si erano riconvertite in Italia si sono trovate spiazzate – ha commentato Pavanello – Abbiamo bloccato tutto: io non posso far partire un progetto dove perdo soldi, non posso far affondare la mia organizzazione. Si sono prese decisioni che prescindono completamente da razionalità economiche e questo avrà un impatto devastante».
Sono tante le aziende che hanno scelto di continuare a produrre mascherine per dare un contributo e non chiudere. «Voglio premettere una cosa: quando una casa è fatta siamo tutti architetti. Bisogna avere molto rispetto per le persone che devono prendere decisioni difficili. Detto questo io ho la fortuna di essere alla guida di un’azienda solida e sana. Non sto soffrendo i ritardi, ma la strada da prendere doveva essere diversa. Per produrre mascherine finora mi sono fatto carico dei costi fissi. Per sostenere le aziende bisogna dare loro il fatturato che hanno perso. Non serve soltanto il supporto finanziario, ma anche quello economico. Sulle mascherine credo che non si possa mantenere la linea dei 50 centesimi».