Il Gruppo Miroglio, settant’anni nel mondo dell’abbigliamento, ha riconvertito la produzione. La Regione Piemonte ha validato il prototipo
Il Gruppo Miroglio di Alba, specializzato nell’abbigliamento d’alta moda, ha scelto di non chiudere per l’emergenza coronavirus e riconvertire l’intera filiera alla produzione di mascherine da destinare a ospedali e cittadini. Attiva ad Alba da 70 anni, l’azienda ha registrato nel 2018 un fatturato di 577 milioni di euro: con l’aggravarsi della pandemia e le sempre più strette misure del governo per chiudere gran parte di attività e imprese, Miroglio ha fatto una scelta di campo, facendosi validare un prototipo di mascherina dalla Regione Piemonte. Il primo stock di 25mila pezzi è già stato spedito.
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Dagli abiti alle mascherine
“Orgogliosi di fare la nostra parte”, si legge sul profilo Facebook del Gruppo Miroglio. L’obiettivo dell’azienda è raggiungere le 600mila mascherine prodotte per far fronte a un’emergenza che riguarda anche il Piemonte. Stando alle analisi dei medici, il picco dei contagi da coronavirus dovrebbe essere raggiunto tra pochi giorni, ma le prossime settimane saranno comunque delicate per la tenuta del sistema ospedaliero.
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© Ministero della Salute
Le mascherine realizzata dal Gruppo Miroglio sono state fatte con un tessuto di cotone anti-goccia. Ogni mascherina viene confezionata a mano nello stabilimento di Alba. «Questa è una sfida – hanno spiegato dall’azienda – perché ci siamo convertiti a fare qualcosa che non avevamo mai fatto prima». La scelta di non fermarsi, ma semplicemente di cambiare, è stata fatta nel rispetto di tutti i presidi sanitari, garantendo a tutti i lavoratori protezione e sicurezza anti-contagio. Come ha spiegato Il Corriere della Sera, il costo di produzione del primo stock da 600mila mascherine è a carico di Giuseppe Miroglio, azionista e vicepresidente del gruppo, che ha concordato un prezzo minimo per coprire i costi di produzione.