L’intervista di StartupItalia al Dottor Filippo Anelli, Presidente della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici, che avverte: “fra Natale e l’inizio del 2021 i casi Covid si sommeranno a quelli di influenza e il sistema potrebbe andare in tilt”
Prosegue l’ondata autunnale di Coronavirus in Italia. Nella giornata dell’11 novembre, i ricoverati attuali causa Covid hanno superato il picco dello scorso aprile. Salgono anche i decessi, 636 nel bollettino di ieri, 12 novembre. Preoccupa inoltre lo stress sempre maggiore alla quale sono sottoposte le unità di terapia intensiva, che hanno ormai superato la soglia critica del 30% dei posti totali dedicati ai pazienti Covid, in 12 regioni. Attualmente, sono 3.170 le postazioni occupate nelle terapie intensive (il picco si raggiunse il 3 aprile, con 4.068 unità).
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“Se i trend continueranno a essere quelli di oggi, tra un mese avremo altre 30mila persone in ospedale, le rianimazioni supererebbero i cinque mila posti occupati e piangeremo dieci mila morti in più“, afferma il Dottor Filippo Anelli, Presidente Fnomceo – Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri -, intervistato da StartupItalia. “Questa seconda ondata, in assenza di correttivi”, continua Anelli, “rischia di essere uno tsunami in grado di travolgere il Sistema Sanitario Nazionale”.
© Dottor Filippo Anelli, Presidente Fnomceo
Covid, la situazione oggi
StartupItalia: Dottore, dati i numeri che si registrano ogni giorno e il sovraccarico degli ospedali, il lockdown resta l’unica soluzione?
Filippo Anelli: «Il lockdown nazionale non è l’unica soluzione, anche se sarebbe forse quella in grado di abbassare la curva nel tempo più breve. Pensando a un lockdown generalizzato di un mese, in modo da poter riaprire per l’inizio delle festività natalizie, tra due settimane la curva inizierebbe a scendere, decongestionando gli ospedali e le terapie intensive. Questo permetterebbe di allentare un pochino le restrizioni, in tempo per il Natale. Anche se, quest’anno, dovremmo rinunciare a cenoni e feste con molte persone, mantenendo comunque una certa prudenza per limitare i contagi intra-familiari».
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SI: I dati dei ricoverati attuali rispecchiano i contagi di circa due settimane fa e le terapie intensive sono analoghe a quelle del 23 marzo, oltre 10 giorni dopo l’inizio del lockdown. Con questi dati, destinati ad aumentare, il Sistema Sanitario è a rischio tenuta?
FA: «È esattamente questo che ci preoccupa. Se i trend continueranno a essere quelli di oggi, tra un mese avremo altre trenta mila persone in ospedale, le rianimazioni supererebbero i cinque mila posti occupati e piangeremo dieci mila morti in più. E non è solo un fatto di numeri: per ogni posto letto o in rianimazione che si dà a un malato di Covid, si sottrae un posto a un paziente con altre malattie, non meno gravi. In altre parole, questa seconda ondata, in assenza di correttivi, rischia di essere uno tsunami in grado di travolgere il Sistema Sanitario Nazionale».
© Viminale
La mancanza di personale sanitario
SI: Il personale sanitario è sufficiente o meno all’aumento delle ospedalizzazione che si stanno verificando e quali reparti hanno più carenza?
FA: «Riguardo alla situazione attuale, la questione è che si stanno aumentando i posti letto e nelle rianimazioni senza poter disporre di un adeguato numero di specialisti. Le faccio un esempio: rispetto a maggio, si è previsto il raddoppio dei posti in rianimazione, ma il numero di anestesisti è rimasto uguale. Tuttavia, il personale sanitario era già insufficiente prima dell’emergenza Covid. A dicembre 2018 avevamo stimato in mezzo miliardo di euro il valore delle ore di straordinario non retribuite, che i medici ospedalieri erano costretti a svolgere oltre il tetto massimo, per coprire i buchi di organico. La carenza di specialisti, ma anche di medici di medicina generale, è un problema che la Fnomceo denuncia e preannuncia da dieci anni, e affonda le sue radici in decenni di errata programmazione».
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SI: Quali errori sono stati fatti nell’ultimo decennio a riguardo?
FA: «Non si sono formati abbastanza specialisti e medici di medicina generale, mentre, da una parte, continuano ad aumentare i laureati in medicina e, dall’altra, ad andare in pensione gli specialisti e i medici di famiglia oggi in attività. Così, da un lato abbiamo 23mila medici in attesa di specializzarsi. Dall’altro, secondo una recente analisi del sindacato Anaao – Assomed, tra cinque anni potrebbero mancare all’appello fino a 23mila specialisti. Per questo abbiamo chiesto di sbloccare il concorso, le cui graduatorie sono ferme per i numerosi ricorsi, e permettere a tutti di specializzarsi».
Una delle unità dove saranno alloggiati i malati. (ph. Antonio Piemontese)
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Covid e influenza, incrocio decisivo a fine anno
SI: Lei ha citato come data chiave fine dicembre inizio gennaio, quando anche l’influenza si fa più presente. Senza un rallentamento della curva, cosa si rischia per quella data?
FA: «Fra Natale e l’inizio del 2021, i casi di influenza si sommeranno a quelli di Covid. I pronto soccorso si riempiranno di persone con sintomi sovrapponibili e tutti avranno paura di aver preso il Covid. Inoltre, le complicanze dell’influenza occuperanno altri posti letto. In altre parole, il sistema potrebbe andare in tilt».
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SI: Manca un mese e mezzo a Natale: come prospetta le vacanze e quali restrizioni saranno necessarie?
FA: «Di certo, dovremo scordarci le grandi riunioni di famiglia e soprattutto le feste con un gran numero di persone. Dovremo cercare anche di limitare gli spostamenti a quelli necessari, rinunciando magari a vacanze esotiche. Dovremo continuare a rispettare il distanziamento, l’uso delle mascherine, l’igiene delle mani, e non scambiarci, ad esempio, piatti, posate o bicchieri. Tuttavia, applicare ora misure più restrittive potrebbe permetterci di passare un Natale in famiglia con più serenità».
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La fase tre del vaccino BioNTech – Pfizer
SI: L’annuncio di Pfizer, in fase tre dello studio, ha comprensibilmente destato entusiasmo. Sebbene la sperimentazione debba ancora essere completata, è possibile dare tempi più precisi sulla messa in commercio, anche in Italia, di un vaccino?
FA: «Siamo tutti in attesa del primo vaccino contro Covid-19. Si alternano speranze e timori, aspettative per una pronta disponibilità di un vaccino sicuro ed efficace e previsioni più prudenti. È più che ragionevole, da un punto di vista scientifico, fare affidamento sul fatto che si riuscirà, in tempi rapidi, a sviluppare un vaccino sicuro ed efficace. Tuttavia, lo sviluppo e la produzione di un vaccino che possa essere somministrato su larga scala alla popolazione richiede tempi che è difficile comprimere».
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SI: Specialmente nella fase tre della sperimentazione.
FA: «Gli ingenti investimenti economici e gli sviluppi tecnologici hanno permesso di accelerare la progettazione del vaccino e la conclusione delle fasi 1 e 2, mentre la realizzazione della fase 3, terapeutica-confermatoria, richiede comunque tempi lunghi, che non è possibile ridurre. La certezza è che avremo il vaccino presto, ma senza prendere alcuna scorciatoia. Il traguardo, insomma, è vicino, ma i tempi saranno quelli necessari a garantire la sicurezza e l’efficacia del preparato».