A cominciare dal termine del 30 novembre 2020 per la presentazione delle dichiarazioni annuali ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP
Lo slittamento degli adempimenti fiscali dei mesi passati per aiutare i lavoratori colpiti economicamente dalla pandemia sta portando ora al collasso degli studi dei commercialisti, sommersi dal lavoro che solitamente svolgevano nell’arco di un anno e costretti a portarlo a termine nel giro di poche settimane. In più, fa notare la categoria, i commercialisti non sono immuni al Covid-19: molti studi hanno già chiuso per malattia o hanno dipendenti in quarantena fiduciaria. In queste condizioni rispettare le scadenze fiscali che l’esecutivo ha fatto accumulare a fine anno non sembra più possibile. Per questo hanno scritto al governo chiedendo un Dpcm che contenga una nuova proroga fiscale.
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Cosa chiedono i commercialisti
La categoria chiede al governo di posticipare gli adempimenti previsti, a cominciare da quelli concernenti il termine del 30 novembre 2020 per la presentazione delle dichiarazioni annuali ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP. “Come a Lei ben noto – ha scritto il presidente nazionale della categoria, Massimo Miani nella lettera indirizzata al ministro all’Economia, Roberto Gualtieri– l’articolo 12 comma 5 del Decreto Legislativo 9 luglio 1997, n. 241, consente di modificare “i termini riguardanti gli adempimenti” dei contribuenti, dei sostituti e dei responsabili d’imposta “relativi a imposte e contributi di cui al presente decreto”, laddove ciò risulti opportuno per tenere conto “delle esigenze generali dei contribuenti, dei sostituti e dei responsabili d’imposta o delle esigenze dell’amministrazione”. Tale modifica può essere disposta “con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro competente”.
Il presidente nazionale della categoria dei Commercialisti, Massimo Miani
“Attualmente – si legge sempre nella missiva di Miani – si sta verificando presso molti studi professionali una situazione di oggettivo impedimento lavorativo, derivante dalla malattia conclamata da Covid 19 o dalla necessità di isolamento prudenziale, riguardanti sia i professionisti sia i loro collaboratori. Di tale situazione ha del resto preso atto anche il Decreto Legge 28 ottobre 2020 n. 137 (c.d. “Decreto Ristori”), laddove all’articolo 9 ha disposto un primo slittamento del termine per la dichiarazione dei sostituiti d’imposta dal 30 ottobre al 10 dicembre 2020”.
Roberto Gualtieri
Da qui la richiesta dei Commercialisti di emanazione di un DPCM, come “misura ponte” “in attesa dell’emanazione di una più puntuale disciplina legislativa riguardante gli effetti della malattia da Covid 19 riguardante i professionisti sugli adempimenti amministrativi, fiscali e contributivi ad essi affidati”. “Non chiediamo sia fatto ciò che è impossibile fare – conclude Miani – ma chiediamo sia fatto tutto ciò che è possibile fare”.