Le imprese non riapriranno dopo Pasquetta. Le sigle sindacali e lo stallo della situazione sanitaria (in miglioramento costante ma più lento del previsto), hanno convinto Conte a rinviare
“Governo e sindacati: fase 2 rinviata. Obiettivo comune: uscire dall’emergenza #COVIDー19 Salute e sicurezza di lavoratori, pensionati e cittadini deve diventare requisito permanente”. È un Tweet di CGIL ad annunciare che il Governo ha fatto retromarcia e non riaprirà le attività non essenziali dopo il 13 aprile. Questa, del resto, la voce più insistente che si era diffusa nelle ultime ore, di una Fase 2 divisa in due, mai smentita da Palazzo Chigi.
Governo e sindacati: fase 2 rinviata. Obiettivo comune: uscire dall’emergenza #COVIDー19 Salute e sicurezza di lavoratori, pensionati e cittadini deve diventare requisito permanente. Qui il comunicato #CGILCISLUIL dopo vertice con @GiuseppeConteIT https://t.co/9TmdZn4aHL
— CGIL Nazionale (@cgilnazionale) April 9, 2020
Sindacati: “Fase 2 rinviata”
Che qualcosa sia cambiato nei piani dell’esecutivo lo dimostra anche il fatto che per questa sera era stato annunciato un nuovo intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante il quale avrebbe con ogni probabilità dovuto illustrare i termini della progressiva riapertura almeno delle attività produttive già dopo Pasquetta. Invece, al momento, la conferenza stampa sembra saltata. Tutto da rifare, quindi, perché la situazione migliora, sì, ma come il bollettino della Protezione civile oggi ha dimostrato, molto più lentamente del previsto. Dovranno aspettare ancora gli industriali del Nord, che ogni giorno rilasciano ai giornali accorati appelli per la riapertura.
Il segretario della CGIL, Maurizio Landini
“II governo – scrivono i sindacati – ha ribadito la necessità di proseguire sulle misure restrittive in quanto siamo in presenza di segnali incoraggianti e di un’inversione di tendenza nei contagi. Il governo ha perciò comunicato la necessità di continuare, con qualche aggiustamento delle scelte sin qui compiute in riferimento alle sole attività essenziali e indispensabili, sulla strada intrapresa di contrasto al Covid-19. Questo significa che le misure restrittive devono proseguire”.
Fase 2 rinviata a quando?
Sembra dunque che tutto sia destinato a slittare di altre due settimane. Secondo le anticipazioni del Corriere della Sera, la data cruciale sarebbe dovuta essere il 4 maggio, ma ora potrebbe diventare solo quella del primo step della Fase 2, con altre timide riaperture verso la metà del mese e forse un lento ma graduale ritorno alla normalità per l’inizio di giugno, che era poi quanto suggerito al Governo da Fondazione GIMBE.
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Esultano i sindacati, contrari alla riapertura dal 14
Esultano per il rinvio cui si è impegnato Giuseppe Conte le sigle sindacali che hanno preso parte alla riunione. “Cgil, Cisl e Uil nel prendere atto di questo orientamento hanno sottolineato l’importanza di continuare a dare piena attuazione al protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro già sottoscritto e al contempo di dare uniformità, evitando le forzature che si sono registrate in alcuni territori, alle decisioni prefettizie in merito alle autocertificazioni delle imprese, coinvolgendo le organizzazioni sindacali più rappresentative. Le tre confederazioni hanno anche chiesto di individuare un percorso condiviso per l’uscita dalla crisi che metta in campo un’azione coordinata per approntare le necessarie modifiche organizzative e le strumentazioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, i presidi e la prevenzione sanitaria, le misure di carattere sociale ed economico per garantire una progressiva uscita dall’emergenza”.
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Una cabina di regia comune per decidere la riapertura
Sempre i sindacati comunicano che “il governo ha annunciato la costituzione di una cabina di regia con le parti sociali ed esperti che affiancherà il comitato tecnico-scientifico”.
Cautela anche dal CSS
Un invito a maggior cautela in serata era arrivato a Conte anche dal Consiglio Superiore di Sanità: “Dico in maniera chiara che tutto quello che riguarderà la riaccensione delle attività produttive non essenziali andrà fatto con molta cautela per evitare una seconda ondata” di contagi. Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità (CSS), Franco Locatelli, in conferenza stampa alla Protezione civile, sottolineando che si tratta della posizione del ministro della Salute, “che supporto”, ha tenuto a sottolineare.