Garanzie sulla salute: questo chiedono i dipendenti in aziende e stabilimenti da nord a sud
Un’altra giornata nera per le Borse, ma a piangere è anche il mondo del lavoro, disorientato di fronte alle misure del governo Conte per contrastare la diffusione del coronavirus, che hanno chiuso soltanto una parte delle attività. In queste ore sono partiti diversi scioperi in aziende e multinazionali lungo la penisola per chiedere lo stop di tutto ed evitare qualsiasi occasione di contagio. Stando all’ulteriore (storica) stretta di ieri, venerdì 11 marzo, quasi tutte le attività commerciali sono chiuse, ma c’è ancora un’Italia produttiva che non ha ancora deciso di fermarsi. A incrociare le braccia sono stati, ad esempio, alcuni lavoratori di Amazon e i dipendenti di Fincantieri tra le Marche e la Liguria.
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Scioperi per la salute
I dipendenti di Amazon a Torrazza Piemonte sono entrati in sciopero dopo che una loro collega è risultata positiva al coronavirus. Il mondo dell’e-commerce, soprattutto in una situazione del genere, non ha accennato a fermarsi, cercando da una parte di venire incontro a chi voleva rifornirsi di beni di prima necessità, dall’altra assecondando ordini non propriamente necessari di questi tempi. A Grottaglie, vicino Taranto, i sindacati hanno intanto protestato contro Leonardo, denunciando l’assenza di misure precauzionali contro il coronavirus. Lo sciopero potrebbe partire nelle prossime ore.
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La linea di Confindustria
La situazione è drammatica anche a Genova, dove il porto è bloccato a causa degli scioperi indetti dagli operai che lamentano l’assenza di sanificazione di tutti i macchinari. Nel frattempo in Lombardia, la regione finora più colpita dal Covid 19, il presidente Attilio Fontana ha ribadito che urge chiarezza e fermezza per quanto riguarda la chiusura di tutte le attività. Ma in questo scenario la linea di Confindustria non è cambiata: secondo viale dell’Astronomia è fondamentale che le aziende restino aperte.
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Scioperi ci sono stati anche in Veneto, dove lo stabilimento Electrolux di Susegana è rimasta aperto nonostante la rabbia dei dipendenti. Domani mattina il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha in agenda l’incontro con i sindacati per ascoltare e valutare altre possibili misure. Intanto il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti ha puntato il dito contro chi sciopera: “Gradiremmo che tutta la società si facesse carico di queste problematiche. Purtroppo una parte, soprattutto i rappresentanti dei lavoratori, stanno strumentalizzando questo fenomeno e stanno aprendo degli scioperi in varie fabbriche».