Autostrade per l’Italia ha investito 60 milioni di euro per un monitoraggio altamente tecnologico della rete. Basteranno a far dimenticare le polemiche e i fatti di Genova?
Dopo i tragici fatti del ponte Morandi di Genova e dopo quanto sta emergendo da una delle inchieste collegate sui pannelli fonoassorbenti “attaccati col vinavil” lungo le arterie autostradali per risparmiare, Autostrade per l’Italia (ASPI) deve recuperare la fiducia dei propri utenti. Difficile, leggendo le intercettazioni che quotidianamente vengono pubblicate sui quotidiani, credere che ponti e viadotti attualmente siano sicuri e monitorati. Del resto, secondo gli inquirenti, gli indagati avevano “la consapevolezza della difettosità” delle strutture “e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale”.
© Foto: Facebook Autostrade per l’Italia
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L’aspetto che fa maggiormente raccapriccio, soprattutto tenendo vivo in filigrana il ricordo della tragedia di Genova, riguarda il fatto che gli inquirenti sostengono che le barriere antirumore oggetto dell’ultima inchiesta benché non a norma non furono sostituite per risparmiare: l’intervento sarebbe costato 140 milioni di euro. E così, stando a quanto si legge nell’ordinanza, la resina usata per le barriere fonoassorbenti non aveva il marchio CE e, come sostiene un indagato nelle intercettazioni, le varie paratie ora rimosse erano “incollate con il vinavil”.
© Foto: Facebook Autostrade per l’Italia
Nel tentativo di rilanciare la propria immagine, all’alba ormai di una nuova gestione interamente in mano pubblica, a pochi giorni dall’arresto del suo ex amministratore delegato, Giovanni Castellucci, Autostrade per l’Italia ha aperto una nuova fase nel campo della sicurezza della rete e del monitoraggio delle proprie infrastrutture. È infatti operativo il nuovo sistema digitale per il monitoraggio delle infrastrutture autostradali, basato su IBM Maximo e sviluppato da Autostrade Tech, società tecnologica del Gruppo Autostrade per l’Italia, insieme a IBM e Fincantieri NexTech.
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Droni sulle nostre autostrade
La nuova piattaforma di monitoraggio, fanno sapere dal Gruppo, utilizzerà l’intelligenza artificiale di IBM, droni, IoT (Internet of Things) e modellazione digitale 3D di Fincantieri NexTech per innovare in modo radicale le attività di sorveglianza e monitoraggio di oltre 4.500 opere presenti sulla rete autostradale di ASPI, aumentando fortemente l’efficienza e la trasparenza di tali processi. Benché il Gruppo renda noto alla stampa che il sistema digitale di controllo sia già operativo, resta da chiedersi se quanto promesso, ovvero droni operai che svolazzeranno lungo i cantieri e intelligenza artificiale al servizio della nostra sicurezza siano già realtà o se occorrerà attendere le calende greche.
Le prime opere monitorate con la tecnologia
A questo proposito, da ASPI fanno sapere che la piattaforma sarà accesa monitorando 430 opere delle due Direzioni di Tronco autostradali di Cassino e Bari e sarà progressivamente estesa entro la fine dell’anno sulla totalità dei 1.943 ponti e dei 2.000 cavalcavia della rete di Autostrade per l’Italia. Nel corso del 2021 la sua applicazione sarà estesa ai processi di manutenzione dei ponti e cavalcavia e a tutte le 587 gallerie della rete dove, grazie al Digital Twin, “sarà possibile attuare un modello di monitoraggio strumentale innovativo, eseguito con sensori Industrial IoT di Fincantieri NexTech e soluzioni tecnologiche di ultima generazione, che permetterà di analizzare l’andamento dei parametri ingegneristici strutturali dell’opera sia statici che dinamici e la costruzione di algoritmi di valutazione del comportamento in esercizio e durante le fasi manutentive”. Nello stesso anno saranno anche introdotti sistemi di pesatura dinamica, che consentiranno sia di verificare, in entrata in autostrada, il rispetto dei limiti di peso autorizzati per i Transiti Eccezionali, sia di monitorare in tempo reale il comportamento delle infrastrutture al passaggio dei mezzi pesanti.
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