Sono sempre di più i Paesi che in vista della riapertura dei confini (molti hanno fissato la data al 15 giugno) continueranno a respingere i turisti italiani
“Con l’Italia dobbiamo ancora essere prudenti”. Lo ha detto il ministro della Sanità austriaco Rudolf Anschober, in un’intervista al quotidiano Oberoesterreichischen Nachrichten. L’Austria dunque mantiene le frontiere chiuse solo nei riguardi dell’Italia e lo fa con tanto di scontata quanto beffarda premessa di Anschober: “Sono un sostenitore della libertà di movimento, ma…”, che suona un po’ come quell’incipit da osteria “non sono razzista, però…”
Vienna non sarà comunque il solo Paese del Vecchio continente a diffidare degli italiani. A mano a mano che ci si avvicina al 15 giugno, giorno che i più hanno individuato per la riapertura delle frontiere (l’Italia ha deciso di anticipare tutti prevedendo l’abolizione dei blocchi con l’estero dal 3, ma non ci sarà reciprocità), le cancellerie di vari Paesi stanno pensando di lasciare fuori dai propri territori gli italiani…
La posizione di Vienna
La posizione austriaca fa discutere non solo in quanto arriva in contemporanea al braccio di ferro tra Vienna e Roma sulla sostanza del Recovery Fund, ma anche e soprattutto perché nei giorni scorsi il governo di Sebastian Kurz aveva deciso di alzare le sbarre sul fronte italiano esclusivamente per accogliere turisti svizzeri e tedeschi in transito sul nostro territorio.
Austria: l’Italia è ancora un focolaio
“L’Italia è ancora un focolaio, anche se in alcune Regioni la situazione è migliorata e l’impegno è grande”, ha detto il ministro della Sanità austriaco nell’intervista al quotidiano Oberoesterreichischen Nachrichten. “Sono un sostenitore della libertà di movimento, ma con l’Italia dobbiamo ancora essere prudenti”.
Atene: sì al turismo estero. No a quello italiano
Ha fretta di riaprire le proprie frontiere anche la Grecia, colpita di striscio dalla pandemia ma tra i Paesi a maggior rischio impatto per ciò che concerne la ventura crisi economica. Il 20% del PIL ellenico proviene dal terziario: soltanto nel 2019 i turisti stranieri hanno portato nell’arcipelago oltre 19 miliardi di euro. Per questo, il governo greco ha redatto un elenco di 29 Paesi cui sarà consentito l’accesso nel territorio. La lista, anticipata da Routers, esclude l’Italia: Albania, Australia, Austria, Nord Macedonia, Bulgaria, Germania, Danimarca, Svizzera, Estonia, Giappone, Israele, Cina, Croazia, Cipro, Lettonia, Libano, Lituania, Malta, Montenegro, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Finlandia.
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Atene è a dir poco selettiva e lascia fuori buona parte dei Paesi europei: oltre a noi, frontiere chiuse anche per francesi, spagnoli, inglesi, olandesi e portoghesi.
La Svizzera: Roma riapre il 3? Noi nemmeno il 15
La situazione in Lombardia preoccupa anche gli svizzeri. La ministra dell’interno Karin Keller-Sutter ha detto che la decisione presa da Roma di consentire, a partire dal 3 giugno, l’ingresso di cittadini svizzeri in Italia è unilaterale e non condivisa. «Finché i nostri confini restano chiusi sconsigliamo comunque di viaggiare in Italia», ha detto, lasciando intendere che l’Italia potrebbe essere esclusa anche il 15 giugno, data scelta dal Paese elvetico per la riapertura dei confini: «Per l’apertura con l’Italia è troppo presto – ha detto Keller-Sutter – in quanto ha una situazione diversa dagli altri Paesi, tanto che non è ancora possibile la circolazione all’interno dello Stato».
La Croazia ha riaperto le frontiere ma non all’Italia
Stessa decisione è stata presa in Croazia che ha già riaperto le frontiere senza restrizioni ai cittadini di 10 Paesi comunitari. Il Paese, economicamente in ginocchio, teme una estate senza turisti e sta spingendo affinché riprenda il normale flusso di villeggianti. A patto che non siano italiani. I dieci Stati ammessi dal governo croato infatti sono: Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Slovenia. Il premier Andrej Plenkovic ha sottolineato che il “divieto temporaneo all’attraversamento delle frontiere” è stato abolito “per il turismo”.
La Cina apre invece ai voli con l’Italia
La Cina è il solo Paese in controtendenza, probabilmente anche per uscire dall‘isolamento in cui è finita dopo che gli USA hanno iniziato a mettere in dubbio la sua gestione iniziale della pandemia. Pechino si avvia infatti a lanciare un green channel, una corsia preferenziale per i voli charter da 8 Paesi, tra cui l’Italia. Nella lista Giappone, Corea del Sud, Singapore, Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera. Si tratta di un primo passo per sbloccare i collegamenti internazionali dopo la stretta decisa a marzo per contenere la pandemia del Covid-19 e i contagi di ritorno.