Non è scontato che il 3 giugno sia un “liberi tutti”: le regioni del sud vogliono prima vedere i numeri sui contagi
Sarà il 3 giugno o bisognerà attendere la settimana successiva per tornare a circolare liberamente tra una regione e l’altra, senza distinzioni? Il Governo è ancora al lavoro per comunicare le nuove disposizioni agli italiani e in serata il Ministro della Salute, Roberto Speranza, avrà sotto mano tutti i dati relativi all’andamento del contagio. L’ipotesi per ora più accreditata sarebbe quella di rispettare la road map, quindi di riaprire dopo la Festa della Repubblica, mercoledì 3 giugno. La comunicazione dovrà però attendere la conferenza tra Stato e Regioni, al termine di una settimana caratterizzata da uno scontro acceso tra sindaci, Governatori e Palazzo Chigi sull’opportunità o meno di lasciar libertà di spostamento soltanto tra Regioni dove il numero dei contagi e dei decessi resta sotto controllo. Osservata speciale in questa querelle è la Lombardia, l’epicentro nazionale della pandemia, nonostante i numeri ufficiali siano confortanti ogni giorno che passa.
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Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss)
La lite tra le Regioni. In attesa dell’autunno
Al di là della polemica politica, mancano comunque pochi giorni al completamento della Fase 2. In giugno tornerà la possibilità di spostarsi tra Regioni differenti, dando una boccata di ossigeno soprattutto al settore turistico, il più colpito finora dal lockdown. Tuttavia il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità ha già avvertito su un nuovo scenario di crisi futuro non improbabile. «Il virus – ha detto Silvio Brusaferro – è ancora presente e i comportamenti dei singoli sono le misure più efficaci per ridurne la circolazione. Questo è importante perché il numero di persone entrate a contatto con il virus è limitato, anche se varia da regione a regione. Per gli scenari che immaginiamo in autunno – ha poi aggiunto – una patologia come il Sars-cov-2, che è trasmessa da droplet, si può maggiormente diffondere e si può confondere con altre sintomatologie di tipo respiratorio. La famosa ipotesi della seconda ondata è collegata a questo, che, dal punto di vista tecnico scientifico è un dato obiettivo».
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Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana
La Conferenza Stato Regioni sarà dunque decisiva per trovare un compromesso tra Palazzo Chigi e i Governatori. Da una parte c’è il Nord (con la Lombardia in testa), convinto che si debba riaprire tutti insieme il 3 giugno. Dall’altra parte le Regioni del Sud suggeriscono maggior cautela soprattutto alla luce dei dati che, tra poche ore, saranno presentati dal Ministero della Salute. Ad ogni modo il Presidente del Consiglio Conte dovrebbe comunicare la decisione definitiva tra domenica e lunedì.